Politica

Area omogenea cremasca, la lotta per l’istituzionalizzazione

Un momento dell'assemblea in sala dei Ricevimenti a Crema

Riunita ieri sera in sala dei Ricevimenti a Crema, l’assemblea dei sindaci cremaschi ha approvato il documento con cui candida il Cremasco ad Area omogenea. E in virtù di questo nuovo assetto chiede di partecipare con un proprio rappresentate all’incontro previsto il prossimo 22 aprile all’Utr di Cremona, nel quale il sottosegretario regionale alle riforme – Daniele Nava – incontrerà i rappresentanti territoriali in merito al riasetto degli enti locali.

Come spiega il sindaco Stefania Bonaldi, “in assembela abbiamo condiviso un documento in cui rappresentiamo nel nostre perplessità rispetto ad essere ricomprensi in un’area vasta che si estenda fino a Mantova. Al contempo, forniamo gli elementi a supporto della prospettiva cremasca che guardi a Lodi. È chiaro che quello del 22 aprile sarà solo un primo incontro, quindi non è ancora la posizione definitiva. Ma pur con la dovuta prudenza, facciamo un passo avanti rispetto al tema dell’area omogenea”.

Diversi gli elementi che i sindaci portano a favore dell’unione con Lodi: dall’omogeneità territoriale alle analogie in campo economico e agricolo, senza trascurare il buon livello infrastrutturale dei collegamenti viabilistici e il comune orizzone – per studio e lavoro – del capoluogo di Regione, Milano. Al contrario, osservano i sindaci nel documento, il nuovo assetto d’area vasta Cremona-Mantova allungherebbe ancor di più i confini, distanziando i centri centri di coordinamento amministrativo in un territorio già di per sé eterogeneo e privo di radici storiche comuni.

Tra gli invitati all’incontro con il sotosegretario Nava non figurano né Crema né i rappresentanti dell’area omogenea cremasca – in quanto costituita ma non ancora “istituzionalizzata”. Perché l’opportunità non venga sciupata, il sindaco Antonio Grassi propone che “una delegazione di sindaci cremaschi chieda di assistere come uditori all’incontro, quindi senza diritto di parola. In caso di rifiuto dovrebbero fare sentire la loro presenza sostando nell’atrio della sala dove si svolge la riunione. Sarebbe un segnale forte e inequivocabile della volontà del Cremasco di contare in quella che si annuncia la divisone dei pani e dei pesci del territorio lombardo”. Il verdetto, tra poco meno di 7 giorni.

Stefano Zaninelli

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