Cronaca

Nasce “Casa Stalloni”, il progetto
per la nascita del polo del Welfare

Tre milioni di euro per la riqualificazione di un’area verde e centrale per la città. Prende sempre più forma il progetto “Casa Stalloni”, vista l’annunciata permuta, che si concretizzerà nei prossimi mesi, degli ex Stalloni e dell’ex Tribunale tra Regione Lombardia e il Comune di Crema. Attualmente l’area degli ex Stalloni è in comodato d’uso, ma ancora di proprietà di Regione.

30 mila metri quadrati, di cui 10 mila di superfici coperte. Sono però inizialmente 1150 i metri quadrati interessati dal percorso che ha portato alla candidatura al Bando Interventi Emblematici Maggiori di Fondazione Cariplo per 2,1 milioni di euro. I restanti 900 mila invece saranno a carico dei partner, sia tramite fondi, sia tramite la disponibilità di servizi. 2,5 milioni sono destinati al recupero degli immobili, 500 mila euro invece ai servizi.

L’ampio partenariato prevede il coinvolgimento di diverse realtà importanti sul territorio. In primis, naturalmente, il Comune di Crema, al cui fianco si sono schierati la Caritas e la Diocesi di Crema, il Centro Riabilitazione Equestre (già presente all’interno dell’area), la Comunità Sociale Cremasca, l’Area Omogenea Cremasca, Fondazione Benefattori Cremaschi, Fondazione Alba Anffas e Ats Impronte sociali.

L’idea è quella di realizzare un vero e proprio “polo del Welfare”, per fornire ulteriore supporto alle fragilità sul territorio, un polo aperto, per progettare iniziative di valore, anche se già la sola riapertura rappresenta un enorme valore sociale. Anche il nome “Casa Stalloni” non è casuale: C come cuore, A come abilità, S come sinergia e A come ambiente.

Anche le realtà dell’artigianato hanno sposato il progetto, visti gli effetti collaterali (positivi) che verranno generati dalla rigenerazione degli stabili. CNA, Libera Associazione Artigiani e Confartigianato hanno infatti già scelto di dialogare con i partner coinvolti per comprendere al meglio come valorizzare il lavoro che verrà portato avanti nei prossimi mesi e anni.

Questo il commento del sindaco di Crema Fabio Bergamaschi: “Gli Stalloni sono nel cuore dei cittadini cremaschi e nel cuore della stessa città di Crema, anche solo aprirli nella loro quotidianità, creare eventi e manifestazioni darebbe già un grandissimo valore. In realtà il valore che candidiamo al Bando Emblematici Maggiori di Cariplo è ancora più grande, è un progetto di cui Crema è capofila a livello comunale, ma anche a livello comprensoriale, con un partenariato solidissimo per dare qualità progettuale e anche più forza alla candidatura. Si tratta di un partenariato aperto, che nei prossimi mesi andrà consolidato in vista della seconda fase del bando di Cariplo, quella di ottobre.

Questo deve essere un luogo di rigenerazione sociale, di rigenerazione urbana ma soprattutto in cui implementare il partenariato in un modo sempre più progressivo. Non si recuperano 30 mila metri quadri di area in una battuta, ma questa possibilità degli Emblematici di Cariplo può essere quella che apre la partita per farne un polo di Welfare, anche con sinergie future. Aver raccolto la disponibilità da parte delle categorie dell’artigianato per realizzare un borgo artigiano, dove poter tramandare l’esperienza del saper fare artigiano, diventa un’ulteriore fase progettuale non oggetto della candidatura di Cariplo, ma che già apre a futuri ragionamenti, questo è un luogo in cui il ragionamento rimarrà aperto per molto tempo ma con una visione molto coerente: polo di Welfare intorno al quale costruire le connessioni.

Ci saranno spazi nel nostro progetto per la cura delle fragilità, della disabilità, oggi c’è l’ippoterapia con il CRE, creare intorno a questa funzione nuovi spazi di sostegno di cura alle disabilità e alle demenze con una sala multisensoriale, spazi polifunzionali, spazi per le associazioni, soprattutto il volontariato giovanile, una bottega, un negozio solidale volto alla vendita di prodotti della trasformazione del territorio, ma con un’impronta sociale per essere aperti tutto il giorno, un luogo prospiciente allo stesso mercato di via Verdi. Un insieme di realtà tra loro diverse, ma tra loro legate dalla volontà di promuovere l’autonomia delle persone con fragilità e l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate”.

Soddisfazione anche da parte di Antonio Basso Ricci, presidente del CRE: “Da anni ormai si è parlato di acquisizione dell’area e le conseguenti fantasie su parcheggi, alberghi o spostamento del mercato. Le parole del sindaco però ci rendono sereni e tranquilli, anche nei confronti dei genitori dei ragazzi che svolgono qui ippoterapia”.

E’ intervenuto poi Claudio Dagheti, direttore della Caritas di Crema, in rappresentanza anche della Diocesi: “Innanzitutto porto i saluti del vescovo Gianotti. Ci sono tre elementi importanti da evidenziare. Il primo è quello del processo, in questo progetto si cerca di guardare l’interesse comune della città e del territorio prima di quello delle singole parti. Ci sono poi gli elementi urbanistici e sociali, questo non è un passaggio solo sociale, ma anche culturale. Un luogo accogliente della città”.

Grande protagonista anche Fondazione Benefattori Cremaschi, con la presenza del presidente Gianni Risari: “Il mondo della fragilità interessa tutti. Entro quest’anno capiremo come muoverci. Questo è un progetto trasversale che interessa un mondo ampio della città. Qui ci sarà profit e no profit, i giovani dovranno venirci e rendersi conto che le fragilità riguardano tutti”.

Così invece il presidente di Fondazione Alba Anffas Paolo Marchesi: “La nostra è una presenza di 54 anni, questa è un’occasione per essere presenti all’interno della città. Finalmente si sta concretizzando il passaggio dall’accoglienza delle persone per fare attività chiuse a progetti di vita, ogni persona avrà la possibilità di ottenere un progetto di vita individuale”. Sulla stessa linea anche la Comunità Sociale Cremasca, che ha apprezzato soprattutto la coralità del progetto comune.

E’ intervenuto infine Marco Bressanelli, presidente della Libera artigiani di Crema: “Tanti giovani potrebbero appoggiarsi qui. Si tratta di un progetto coinvolgente: sviluppare attività artigianali, tradizionali e innovative. Il futuro dell’artigianato passa anche dalle sinergie in armonia”.

Simone Guarnaccia

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