Scuole

Liceo Made in Italy, si va avanti.
Tadi: "Ci atterremo al Ministero"

Torna a far discutere l’indirizzo scolastico “Made In Italy”, entrato ufficialmente in vigore lo scorso 27 dicembre su tutto il territorio nazionale. I primi risultati riguardanti le iscrizioni al nuovo liceo, però, non sembrano particolarmente entusiasmanti tanto che, in queste ore, il Consiglio di Stato aveva espresso dubbi e perplessità, oltre a sospendere il parere sul regolamento che definisce il quadro orario degli insegnamenti e degli specifici risultati di apprendimento del nuovo corso.

La questione in seguito è stata posta sotto la lente d’ingrandimento della conferenza unificata Stato Regioni, la quale ha dato comunque il lasciapassare per proseguire le sperimentazioni in vista del prossimo anno scolastico, quando il Liceo Made in Italy entrerà a pieno regime. Al momento, dunque, la fase sperimentale sta coinvolgendo solamente cinquecento studenti in tutta Italia.

Nel Cremasco, la questione si era sollevata al Munari, quando lo scorso gennaio, il Preside Pierluigi Tadi aveva avviato l’iter delle iscrizioni al Liceo Made in Italy. La decisione di affiancare il nuovo corso all’indirizzo economico, estraendo per sorteggio gli alunni che avrebbero composto la sezione, ha trovato diversi pareri contrastanti dai genitori dell’indirizzo economico sociale e da alcune forze politiche territoriali.

A febbraio risultava un solo iscritto al Liceo Made In Italy, e le numerose proteste sulla decisione di creare comunque la classe, hanno fatto sì che il dirigente scolastico tornasse sui propri passi, dichiarando l’impossibilità di creare il nuovo corso.

Intervenuto sulla vicenda odierna, Tadi ha lasciato la porta aperta per l’anno venturo: “Noi al Munari ci atterremo alle disposizioni che ci saranno fornite dal Ministero dell’Istruzione e del Merito”.

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