Cronaca

Al Rotary Visconteo
il cardiologo Cacucci

Ieri sera alla conviviale Rotary Club Pandino Visconteo ospite Michele Cacucci, direttore di Struttura Complessa di Cardiologia dell’Asst Crema che ha parlato della cardiologia di Crema e del suo territorio, offrendo una serie di spunti di riflessione sul presente e sul futuro della sanità cremasca con particolare riferimento all’ambito delle patologie trattate nella struttura che dirige. Da parte del club presieduto da Fabiano Gerevini, la disponibilità all’ascolto ed ai bisogni espressi dal dottore Cacucci, con l’impegno del club a sostenere le necessità della struttura.

Peraltro, già in passato il Rotary Visconteo, prossimo ai festeggiamenti per i primi dieci anni, si è reso protagonista di iniziative meritorie quali il ripristino dei defibrillatori in dotazione alle auto delle forze dell’ordine e corsi di primo soccorso nelle scuole medie. “Siamo orgogliosi della cardiologia a Crema, sappiamo di essere in buone mani e speriamo di poter essere utili in qualche modo” ha detto Gerevini nel saluto iniziale. Nell’intervento del relatore, fin da subito il riferimento alle attività poste in essere assieme al predecessore dottor Inama, ma anche il tema della riduzione dei posti letto, problema che interessa la sanità del Paese ed anche quella lombarda, con effetti diretti nell’aspettativa di vita delle persone, se si considera l’importanza di agire immediatamente in presenza di eventi acuti a livello cardiologico.

Tra i dati sui quali il dottore Cacucci ha posto l’attenzione, in particolare, i 117 posti letto accreditati che negli ultimi venti anni si sono persi nell’Asst di Crema, 50 in meno rispetto all’Asst Cremona. Ma anche la distribuzione della popolazione per fasce d’età, che tra dieci anni sarà ancor più sbilanciata verso la fascia d’età adulta e anziana, con ciò confermando la necessità di investimenti concreti nella sanità territoriale, perché crescerà la popolazione esposta al rischio di eventi cardiovascolari.

Diversi i dati proposti dal dottore Cacucci nella sua relazione, dall’incidenza delle cardiopatie quali cause di mortalità e morbilità (su una popolazione di circa 160mila abitanti, complessivamente circa 2300 eventi all’anno tra popolazione maschile e femminile ndr), a quelle che sono le attività di eccellenza garantite all’utenza: ambulatori per la diagnosi e la cura delle cardiopatie, l’ecocardiogramma di ultima generazione transtoracico e transesofageo, la risonanza magnetica cardiaca, l’ottimizzazione delle terapie e l’invio a trattamenti invasivi, i contatti con il Policlinico San Donato, il San Raffaele di Milano e per i trapianti, l’ospedale di Bergamo, la sala di elettrofisiologia annessa alla cardiologia, dove si eseguono circa 250 ablazioni l’anno e circa 150 impianti/sostituzioni di pacemaker dalle diverse caratteristiche.

Lo scorso anno alla cardiologia del Maggiore sono state 24 le procedure di “occlusione percutanea dell’auricola sinistra”, indicata nei pazienti con fibrillazione atriale che non tollera terapia con anticoagulanti, elemento che ha permesso alla Struttura diretta dal dottor Cacucci il riconoscimento tra i primi dieci centri a livello nazionale

Proseguendo nel suo intervento, il dottore Cacucci ha parlato di come sono trattati a Crema la cardiopatia ischemica, l’infarto miocardico acuto, ma anche dell’importanza dei defibrillatori diffusi nel territorio, citando a proposito, l’azione dell’Associazione Diego Riviera. Nelle parole del dottore Cacucci, spazio all’orgoglio per il nuovo ambulatorio di cardioncologia dal mese prossimo attivo anche a Crema, che permette di prevedere gli eventuali danni derivanti da trattamenti chemioterapici, e spazio anche agli auspici per l’attività di formazione nelle scuole con i corsi BLS, alla telemedicina, o per i trattamenti di “ablazione delle arterie renali nell’ipertensione refrattaria”. Sul finire, qualche riflessione critica sulle prospettive future, a partire dagli ambulatori cardiologici nelle Case di comunità, per le quali non è facile identificare i benefici. Ed infine una curiosità, qual è il tempo necessario in regione Lombardia per una visita cardiologica? Quindici minuti riferisce il dottore Cacucci, che chiarisce il pericolo scampato: un’ulteriore riduzione a soli dieci minuti, eventualità non condivisa dallo stesso medico. Verrebbe da dire, va bene il contenimento dei costi, ma forse un po’ troppo, trattandosi della vita delle persone.

Ilario Grazioso

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