Lettere

Riflessioni sulla
festa del 1 maggio

da Michele Fusari - presidente Movimento Cristiano Lavoratori del Territorio
“Il lavoro che vogliamo : libero , creativo , partecipativo , solidale ” ; mi piace iniziare con il titolo della 48ima edizione delle settimane sociali dei cattolici italiani che si sono svolte lo scorso ottobre a Cagliari  e alle quali ho partecipato questa riflessione sulla prossima festa del primo maggio , la festa del mondo del lavoro e dei lavoratori ! Lo voglio fare per auspicare -quasi sperare- che non vengano mai spenti i riflettori su quella grande esperienza di Chiesa vissuta in terra sarda,  in particolare sui quattro aggettivi indicati che ritengo siano tutti insieme fondamentali per creare “lavoro buono e degno”.
Il lavoro e’ un’esperienza umana fondamentale che coinvolge integralmente la persona e la comunità ; sembra incredibile ma ancora oggi si fa fatica a riconoscere come non ci sia altra via per una crescita armonica tra la capacità di ogni singola persona e lo sviluppo economico e sociale generale ; nella fase di cambiamento epocale che stiamo attraversando la dignità del lavoro e’ sempre più minacciata : siamo di fronte ad una vera svolta antropologica che mette al centro del lavoro non più la persona che opera insieme agli altri  ma un individuo utilizzato come mezzo utilitaristico per raggiungere un fine materiale ; la dignità del lavoro ha bisogno soprattutto di affermare la dignità della persona in ogni contesto e in ogni frangente . Le tante ingiustizie presenti , le nuove forme di povertà , le sempre più crescenti disuguaglianze e periferie esistenziali non possono essere lasciate cadere o accettate come inevitabili conseguenze del cambiamento ; l’auspicio e’ che da questo primo maggio parta un nuovo “patto per il Lavoro” che metta insieme tutte quelle forze che vogliono operare per trovare soluzioni concrete e fattibili. Mai come oggi serve una politica coraggiosa che scelga come norma l’imperativo del bene comune , percorsi condivisi e non interventi una tantum che aggiungono ulteriore incertezza a partire da un più strutturato sistema di politiche attive del lavoro che ripensi seriamente il grande tema della formazione.
Perché il lavoro sia veramente degno deve inoltre rispettare il ritmo e i tempi della vita , rispettare il riposo settimanale e il tempo della festa , rispettare la sicurezza e la salute dei cittadini e la salvaguardia del creato ; non vanno dimenticati i problemi di chi lavora : ancora troppi gli incidenti  che hanno fra l’altro portato da inizio anno ad un aumento del numero di morti sui luoghi di lavoro , troppi ancora gli impedimenti all’armonizzazione lavoro-famiglia (vedi indiscriminate e continuative aperture festive per fare un esempio) , tante le variabili introdotte dall’industria 4.0 che può essere sicuramente un’opportunità per potersi concentrare sull’aspetto più umano del lavoro ma va giocoforza governata per non creare nuove fasce di emarginazione professionale.
Tra le tante difficoltà non mancano tuttavia segni di speranza , “buone pratiche lavorative” mappate in tutta la nazione e presenti anche nel nostro territorio dove la capacità di fare rete tra il pubblico , il privato , le forze sociali e i corpi intermedi hanno permesso di vincere la sfida di creare valore economico e lavoro “buono”.
A queste buone pratiche dobbiamo sempre più tendere e guardare , convinti che relazioni di reciproco riconoscimento e di alleanza tra soggetti diversi sono alla base di ogni vero sviluppo.
Buon primo maggio a tutti !

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