Cronaca

“Amore che cura”,
dieci anni di cure
palliative a Crema

Galleria comunale gremita, alla presentazione del decimo anniversario di “Amore che cura”, stagione di iniziative a cura dell’Associazione cremasca cure palliative “Alfio Privitera”. Al tavolo dei relatori, oltre alle rappresentanze dell’associazione, anche l’assessore alla cultura Paola Vailati e Ombretta Cè, per conto della Fondazione San Domenico. Conferenza stampa, si diceva, nonostante il programma fosse già stato diramato negli ultimi giorni del 2013.
Ad introdurre il tema, l’assessore alla cultura Paola Vailati: il suo ringraziamento è indirizzato soprattutto ai volontari, “che accompagnano, con grande dignità, le persone al loro ultimo passo”.
A seguire, Ermete Aiello, il quale chiarisce le motivazioni della conferenza stampa. “Riteniamo – ha specificato il presidente – che questo mezzo di comunicazione – il giornale, nda – possa essere uno dei mezzi più efficaci”. Spesso, infatti, il contatto con la realtà dell’associazione Privitera avviene per esperienza diretta o per via del passaparola. Riguardo al programma, spiega: “ogni evento presente in agenda ha una sua finalità, un suo modo d’essere”. Tutti modi, oltre che per promuovere l’attività dell’associazione, anche per avvicinare la comunità ad una cultura – quella delle cure palliative – riconosciuta solo in tempi recenti. “Ci sono voluti anni e la promulgazione di una legge – ha continuato Aiello – per far sì che le cure palliative rappresentassero qualcosa di pulsante nel corpo della comunità sociale”.
Oltre alla messa del 18 gennaio – la prima delle iniziative in programma –, che verrà celebrata nella chiesa di S. Giacomo (alle 18), dal vescovo Cantoni, il primo grande evento “distensivo” sarà lo spettacolo di venerdì 14 febbraio al teatro S. Domenico. Dal palco si esibiranno il mezzosoprano Giovanna Caravaggio, il maestro Lupo Pasini (già direttore del Folcioni), la cantante Beatrice Caravaggio, il coro dei bambini della Montessori di Crema ed il corpo di ballo delle Acli di Crema. Il tutto, sotto la regia di Silvia Barbieri. Per tale motivo si dice grata Ombretta Cè, presente in conferenza, come anticipato, in rappresentanza della Fondazione S. Domenico. Spettacolo, come segnato sul calendario, ad ingresso libero – ma con restrizioni di capienza: massimo 390 posti.
“Sono due le direttive – come specifica Giuseppe Samanni, dell’associazione Privitera – seguite nella redazione del programma: far conoscere l’associazione e le sue attività; diffondere la cultura delle cure palliative”. “È già in corso – continua Samanni – il progetto che avrà fine il 30 e 31 maggio: la mostra fotografica con scatti sul tema Amore che conta”. Verranno inoltre distribuite, in tale giornata, alcune coccarde.
Oltre a tutto ciò è bene ricordare l’attività che l’Associazione Privitera svolge in collaborazione con alcune scuole del cremasco. Con le classi medie di alcuni istituti, vengono realizzati alcuni video riguardo il tema “La bellezza della vita” – prodotti che una giuria esaminerà, per poi premiarli il 31 maggio. Per quanto concerne le classi quinte, invece, tutti gli anni vengono proposte attività di socializzazione al tema della morte. Attività per nulla macabre, ben inteso, profondamente iniettate in un discorso ampiamente culturale.
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