Cronaca

Generale inverno alle porte
Caritas apre il dormitorio
venti posti per i senzatetto

L’inverno è alle porte e il gelo comincia a farsi sentire soprattutto per le tante persone, che anche nel nostro territorio sono rimaste senza casa. Qualcuno vive in rifugi di fortuna come nell’ex Everest e nelle ex aree industriali Santa Maria, altri dove trovano. Il fatto è che per tutti i pericolo di morire assiderati non è così remoto. Per questo la Caritas ha deciso e portato a termine prima dell’inverno l’impegno: quello di aprire un dormitorio in città. Un posto letto (venti in totale) una doccia e la prima colazione a chi è rimasto senza un tetto. Ingresso la sera dalle 22 alle 22 e uscita al mattino dalle 7 alle 9. Per avere un posto è necessario chiedere l’accesso al mattino al Centro di ascolto diocesano o alla casa di accoglienza ‘Giovanni Paolo II’. “Rifugio San Martino” è il nome scelto dalla Caritas per la casa messa a disposizione dalla diocesi in via Civerchi. Un nome non scelto a caso: san Martino di Tours aveva donato metà del suo mantello ad un mendicante.
“Il territorio cremasco – spiegano infatti alla Caritas – sta vivendo, ormai da alcuni anni, una sempre più grande difficoltà riguardo a due temi importanti: la casa e il lavoro. Molte persone che perdono il lavoro in questo periodo di crisi non riescono più a sostenere le spese di una casa e si trovano in maniera abbastanza repentina senza più un’abitazione in cui vivere. Molte di queste, occorre sottolinearlo, trovano soluzioni alternative: si fanno ospitare da parenti e amici nella speranza di ritrovare lavoro, altri si “inventano” alloggi di fortuna in scantinati e garage, o scelgono di dormire nella propria auto, o ancora occupano stabili dismessi che si trovano in città”. Da questa situazione la scelta, coinvolgendo anche il vescovo monsignor Oscar Cantoni, di aprire un dormitorio. Per concedere alla persone, che stanno affrontando un momento di difficoltà di avere un posto dove lavarsi, riscaldarsi, cambiarsi d’abito, ritrovare la dignità. A loro fianco due volontari ogni notte. Scelta che la Caritas definisce strategica. “Avere l’occasione di donare il proprio tempo agli ultimi e ai sofferenti diventa occasione di incontrare il volto di Cristo. Chi ha conosciuto da vicino queste situazioni ha scoperto che i senza fissa dimora (non intesi come i classici clochard, ma come persone che non hanno più un alloggio) non vengono da un altro pianeta, non sono distanti da noi, non hanno una diversità inscritta nel patrimonio genetico…la povertà non è una predestinazione. Al contrario, sono figli del nostro mondo, della nostra società, di questa città, di questa crisi economica, del dissolversi della famiglia, del diffondersi del disagio, dello smarrirsi”.
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