Bar camuffati da circoli culturali
L’allarme di Asvicom: “Concorrenza
sleale, si deve intervenire”
Concorrenza dei circoli culturali ai bar. E’ questa la nuova emergenza per i locali della città già tartassati dalla pesante crisi che ha di fatto ridotto i consumi, costringendo già alcuni locali a chiudere i battenti. Ora pare che in città stiano proliferando queste forme di esercizi pubblici: dovrebbero essere circoli culturali ma in realtà servono bevande. Una vera concorrenza sleale nei confronti degli esercizi pubblici. A lanciare l’allarme è Berlino Tazza, presidente dell’Asvicom, che parla di un ‘problema avvertito trasversalmente da proprietari e gestori di locali, che assume forme particolarmente aggressive nelle fasce orarie serali e notturne. La pratica comune è quella di creare un circolo culturale e successivamente far “associare” il pubblico all’ingresso. Ma un circolo che distribuisce bevande dietro il pagamento di un corrispettivo e che rilascia immediatamente le tessere ai soci è di fatto aperto al pubblico e, pertanto, ai fini fiscali, esercita un’attività commerciale, con tutto quello che ne consegue in termini di adempienti fiscali e igienico-sanitari”. Esercenti, quindi sull’orlo della crisi di nervi, di fronte a questa nuova forma di concorrenza che elude di fatto i controlli, non rispetta le regole e fruisce di agevolazioni.
Parecchie le segnalazioni arrivate alle sede delll’Asvicom, anche di locali in centro che si qualificano come enti senza scopo di lucro, ma che invece svolgono attività commerciali. Segnalazioni anche da parte dei cittadini esasperati per il rumore fino a tarda notte. “Una zona d’ombra che sta assumendo dimensioni economiche preoccupanti e che sta letteralmente togliendo il sonno, non solo ai residenti del centro storico di Crema (segnalazioni di disturbo della quiete pubblica si riferiscono ad un locale di pubblico spettacolo) ma anche agli imprenditori che, oltre a destreggiarsi tra cali di fatturato e norme restrittive, devono fare i conti con concorrenti mascherati da enti senza scopo di lucro che non hanno i requisiti di gestione e di sicurezza di un pubblico esercizio”.
Chiaro Berlino Tazza, nel chiedere un intervento immediato degli organi competenti: “Nessuno vuole mettere in discussione la libertà di associazione garantita dall’art. 18 della nostra Costituzione, o la serietà della maggior parte degli enti assistenziali o di associazioni di promozione sociale esiste però la volontà e il diritto dell’Associazione di tutelare gli imprenditori virtuosi e di segnalare potenziali situazioni al limite della legalità. Per garantire una civile convivenza e una corretta concorrenza chiediamo un’azione di controllo da parte degli organicompetenti al fine di non dare spazio ad iniziative che di culturale e sociale hanno ben poco. Asvicom è per il rispetto delle regole ed esprime contrarietà verso forme abusive di esercizi pubblici”.
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