Al Rotary Club
si parla di islam
con l’esperto Paolo Branca
Al Rotary Club si parla di islam e il discorso non poteva che spostarsi sul luogo di culto. A scaldare l’atmosfera, della serata è arrivata la domanda finale, rivolta a Paolo Luigi Branca, professore associato di lingua e letteratura araba presso l’università cattolica di Milano, che aveva appena terminato la sua relazione sull’Islam alla conviviale serale del Rotary club Crema A invitarlo, il presidente Fabio Patrini grazie all’intermediazione del socio Antonio Agazzi. “Visto che qui da noi sta impazzando la discussione ‘moschea sì, moschea no’ – questo l’interrogativo formulato dalla moglie di un rotariano -, cosa dovrebbe fare l’amministrazione comunale prima di decidere?”
Pronta la risposta: «Conoscerli, e farli conoscere alla città. Gli islamici che richiedono spazi per il loro luogo di culto, e più in generale la comunità cremasca seguace di Maometto. Ma attenzione: la decisione finale dovrà sopraggiungere “senza buonismi”. Vale a dire: “se sono persone che chiedono di pregare il loro Dio rispettose delle leggi e della cultura italiana, ben venga una sede dignitosa per la loro comunità. Ma se incitano al terrorismo o anche semplicemente non intendono rispettare le nostre prescrizioni legislative, pure quelle che potrebbero sembrare più banali quali le dotazioni antinfortunistiche, allora sarebbero gli amministratori i primi a dover negar loro l’autorizzazione».
E a quel punto, la discussione si è spostata su un altro problema. «Non dico quelli cremaschi in particolare, ma cosa stanno facendo in generale i vari politici chiamati ad affrontare la ‘situazione islam’? A mio avviso poco o nulla: sbandierano il problema, in un senso o nell’altro a seconda della convenienza ideologica, ma si astengono dall’affrontarlo seriamente mettendo in campo ciò che veramente serve». Così, al di là delle intenzioni dichiarate, molti dei presenti hanno visto in quelle parole un chiaro messaggio al sindaco, Stefania Bonaldi, e alla sua giunta: prima di arrovellarsi alla ricerca di uno spazio in cui permettere l’edificazione della moschea, perché non favorire la presentazione alla città dei musulmani che la richiedono? Già. «Prima quei fedeli islamici vanno conosciuti come persone che hanno un nome e un cognome – ha concluso Branca-. Poi siamo liberi di decidere. Per il sì, piuttosto che per il no».
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