Dalla Consulta Giovani:
no alla violenza sulle donne
Un evento aperto alla cittadinanza, promosso dalla Consulta Giovani di Crema, con il patrocinio degli assessorati alle Politiche Giovanili e alle Pari Opportunità, per la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Pur con una partecipazione inferiore rispetto a quella dello scorso anno, quando però si era nei giorni successivi alla tragica scomparsa di Giulia Cecchettin, i giovani della Consulta ed i partecipanti hanno voluto condividere le riflessioni che ciascuno ha scritto su un post-it, per testimoniare un gesto o un’azione da compiere nella quotidianità, affinché possa essere evidente come i piccoli gesti possono fare la differenza per invertire la situazione, così come l’impegno della comunità per promuovere sensibilizzazione contro la violenza di genere, cultura del rispetto e solidarietà. È toccato a Martina Carioni, presidente della Consulta, aprire gli interventi istituzionali, che hanno visto poi prendere la parola il sindaco Fabio Bergamaschi, l’assessore Giorgio Cardile, la presidente dell’Associazione Donne contro la violenza, Gianna Bianchetti e altri giovani della Consulta.
“Non basta dire io non lo faccio, ma c’è bisogno di fare rete e promuovere cultura del rispetto in ogni azione quotidiana” è stato detto più volte, ricordando come nella giornata di oggi fosse previsto simbolicamente alle 11 un flash mob in piazza: “Un’occasione per fermarsi un minuto, perché in un minuto tutto può cambiare, un modo per cominciare a mettere la propria faccia e dire no alla violenza”. Dai dati che certificano un trend preoccupante, alla necessità di investire primariamente la scuola, quale agenzia educativa e formativa fornendo però ad essa risorse e strumenti concreti per promuovere educazione all’affettività: questi i temi trattati dai vari interventi, chiusi nuovamente dalla presidente Carioni: “Con questa installazione collettiva abbiamo voluto dare il nostro contributo di cambiamento della società e del modo in cui la violenza di genere è percepita e raccontata – ha concluso Martina Carioni – sottolineando come con l’impegno di ciascuno di noi, si può veramente contribuire a migliorare la società in cui viviamo”.
Ilario Grazioso