Cronaca

Il delitto di Giovanni Senatore:
Mutigli condannato a 20 anni

Mauro Mutigli al suo arrivo in tribunale scortato dalla polizia penitenziaria

Vent’anni di reclusione per l’omicidio di Giovanni Senatore in continuazione con il tentato omicidio di Alessandro Ferrari, l’amico della vittima che era intervenuto per fermare la colluttazione, finendo in ospedale con quattro coltellate. Questa la decisione del gup Pierpaolo Beluzzi per Mauro Mutigli, 39 anni, l’operaio di Castelleone accusato del delitto del 40enne assassinato davanti al bar Meteora la sera del 10 agosto dell’anno scorso in paese al culmine di una lite.

I legali della difesa Beber e Soldi

Prima della lettura della sentenza, il pm Andrea Figoni, che lo scorso 2 ottobre aveva chiesto ventiquattro anni di reclusione per omicidio e tentato omicidio, oggi ha rettificato, chiedendo vent’anni di pena. La stessa procura aveva riconosciuto la provocazione di Senatore verso l’imputato, che è stato processato con il rito abbreviato.

Mutigli era assistito dagli avvocati Consuelo Beber e Marco Soldi, mentre il legale Mario Tacchinardi rappresentava le parti civili: come risarcimento, il giudice ha disposto una provvisionale di 40.000 euro ciascuno per i genitori di Senatore, papà Francesco e mamma Emilia, e una provvisionale di 20.000 euro a testa per le due sorelle Sonia e Barbara e per il fratello Gaetano. Parte civile era anche Alessandro Ferrari, rappresentato dall’avvocato Michela Sinelli. A lui, una provvisionale di 9.000 euro. Il resto sarà da liquidarsi in un separato giudizio civile. 

Mutigli aveva anche l’accusa del porto d’arma, un coltello da cucina di ceramica con una lama lunga 18 centimetri. Fondamentale è stato il video che testimonia che era stato Senatore il primo a provocare e a menare le mani, scatenando la reazione di Mutigli, che si era allontanato dal locale, era uscito a prendere il coltello custodito nel suo monopattino elettrico per poi sferrare i colpi al rivale, morto per shock emorragico dopo sette coltellate, di cui una mortale.

Gli avvocati Tacchinardi e Sinelli

Al giudice, la difesa aveva chiesto come prima cosa l’assoluzione con l’esimente della legittima difesa putativa, ovvero quella esercitata a fronte di una la situazione di pericolo che non esiste obiettivamente, ma è supposta erroneamente dall’imputato a causa di un erroneo apprezzamento dei fatti. In alternativa, l’omicidio preterintenzionale, in quanto, per i legali della difesa, Mutigli non voleva uccidere. Per il ferimento di Ferrari, invece, era stato chiesto di far cadere il reato di tentato omicidio per quello delle sole lesioni.

La motivazione della sentenza sarà depositata tra 60 giorni. I difensori attendono di leggerla per poi decidere come procedere.

Sara Pizzorni

Da sinistra Mutigli, il bar teatro dell’omicidio e Senatore

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