Cronaca

Bullismo tra bambini, il caso
in una scuola cremasca

Il bullismo non riguarda solo scuole medie e superiori, ma talvolta può interessare anche i più piccoli delle primarie. Il fenomeno, che spesso vede la presenza di comportamenti meno violenti soprattutto per via dell’età, viene nella maggior parte dei casi sottovalutato, giustificando certi gesti come “bambinate”.

In realtà questi atteggiamenti provocano sofferenze nel bambino bullizzato e rendono necessari approfondimenti sulle motivazioni che hanno portato il “bullo” a comportarsi in questo modo.

Uno di questi casi purtroppo è avvenuto in una scuola primaria del Cremasco: un giovane studente, dopo un lungo periodo lontano dalla scuola per alcuni episodi di bullismo, aveva finalmente deciso di tornare tra i banchi, convinto dalla famiglia e con le rassicurazioni dell’istituto.

Purtroppo, una volta rientrato, ecco nuovamente gesti di bullismo nei suoi confronti. A raccontarlo è il papà del bambino preso di mira, che riferisce come suo figlio venga etichettato come “ciccione” e sia costretto a subire offese di ogni tipo, comprese quelle fisiche come sgambetti e mani in faccia.

Il bambino è molto chiuso caratterialmente e purtroppo non riesce a superare queste offese, chiedendo di restare lontano dalla scuola. Gli episodi erano già avvenuti tempo fa, ma anche dopo alcuni chiarimenti con gli insegnanti, la situazione non è cambiata a quanto riferisce il papà del piccolo, che ora chiede provvedimenti urgenti.

A quanto riportato dal papà, ci sarebbe stato anche un confronto con la famiglia del “bullo”, che però avrebbe minimizzato l’accaduto definendole “cose da bambini”.

Questo episodio porta inevitabilmente a delle riflessioni. I comportamenti del bullo sono ovviamente da condannare, ma alla base di essi potrebbero esserci anche fattori gravi e situazioni difficili da affrontare per il bambino, motivo per cui anche la parte offendente merita senza dubbio di ricevere assistenza.

In questi casi gioca un ruolo fondamentale la collaborazione tra la scuola e le famiglie coinvolte, per rintracciare alla base le motivazioni di certi comportamenti ed evitare che i più piccoli possano soffrire.

Simone Guarnaccia

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