Politica

Amministrative, con un solo
candidato cambia il quorum

Il quorum strutturale, a causa della pandemia e per timore di un afflusso basso al voto, scende dal 50 al 40%. Dunque l’elezione è valida se votano almeno 4 cittadini su 10. Non solo: l’altra novità riguarda l’Aire.

foto Sessa

In quattro comuni in provincia di Cremona al voto domenica fino alle 23 e poi lunedì dalle 7 alle 15, la corsa non è tra due o più avversari, ma tra un solo candidato sindaco e i numeri, o meglio il cosiddetto quorum. E a tal proposito c’è una novità che – essendo la nostra provincia frastagliata da tanti comuni piccoli – riguarda tutte e quattro le municipalità in questione, dato che si applica dal 2021 ai comuni come meno di 15mila abitanti.

I casi in questione sono quelli di San Giovanni in Croce, nel Casalasco, e di tre comuni Cremaschi, ossia Pianengo, Campagnola e Palazzo Pignano. Va infatti raggiunto un doppio quorum, pena il commissariamento del comune che – altra novità rispetto alla prassi – durerebbe meno di un anno e poco più di sei mesi, dato che la nuova finestra elettorale sarebbe da fissare la prossima primavera. Una prospettiva, in ogni caso, che in genere si consiglia sempre di evitare e che in provincia di Cremona si è verificata, di recente, solo a Persico Dosimo nel 2019.

Il quorum strutturale, a causa della pandemia e per timore di un afflusso basso al voto, scende dal 50 al 40%. Dunque l’elezione è valida se votano almeno 4 cittadini su 10. Non solo: l’altra novità riguarda l’Aire, ossia l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, cittadini che sono iscritti alle liste elettorali dei singoli comuni ma in genere non votano per la scomodità nel trasferimento (e non potendo votare a distanza, rendendo più difficile il raggiungimento del quorum. Quest’anno gli AIRE che non si presenteranno alle urne non verranno conteggiati al fine di determinare il quorum strutturale. Un assist in più, dunque, al raggiungimento della soglia fatidica. Non cambia invece il cosiddetto quorum funzionale: una volta superato il 40%, infatti, i candidati sindaco – pur correndo da soli – non avrebbero ancora la certezza assoluta di essere eletti. A quel punto dovrebbero comunque attendere lo scrutinio e sperare di avere un numero di voti validi del 50% più uno dei votanti. Tradotto: dall’urna dovranno uscire più voti al candidato, o alla lista, che non schede bianche, in genere alimentate dal cosiddetto voto di protesta.

Giovanni Gardani

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