Cronaca

La disperazione degli amici di Vasile: lumini e fiori sul luogo dell'incidente

Dietro la tragedia della morte di Vasile Cioroaba ci sono due vite oggettivamente interrotte e due famiglie devastate: quella del 18enne e, in altro modo e altra misura, quella del ragazzo che lo ha investito.

Ma c’è un altro dramma, meno visibile oggi sulle pagine dei giornali. Una disperazione ieri dirompente, oggi silenziosa; quella degli amici. Adolescenti, ragazzi che da poco hanno smesso di essere bambini e sono entrati a far parte di un’enorme massa di ‘emotivamente incompresi’.

Ancora totalmente impreparati alle crudeltà della vita, ieri si sono presentati a decine sul luogo dell’incidente. Alcuni con le mani nei capelli, attoniti, increduli che potesse essere davvero accaduto. Qualcuno ha iniziaato a bestemmmiare, a inveire contro il Cielo e il mondo. E gli adulti, quelli che da piccoli hanno detto loro che li avrebbero protetti per sempre – salvo vedere crescere la ribellione insieme a seni e rade barbe -, sono diventati ‘merde’. Tutti, nessuno escluso: i vecchietti in bicicletta incuriositi dal capannello, i giornalisti che facevano le foto, i carabinieri che avevano transennato l’area, questo o quel sindaco che non ha mai fatto mettere le luci lungo la strada bassa.

Merde, tutti. Ed è giusto così, perché un dolore simile va sfogato per non lasciare il posto alle fobie. Qualcuno si siede sull’asfalto rovente, mentre la colonnina di mercurio, alle 15.30, segna 33° e accade che un paio collassino. Dopo l’intervento dei sanitari, un militare porta una cassa d’acqua e la lascia a bordo strada, senza dire nulla, senza invitarli ad idratarsi.

Quando qualcuno li convince che non possono stare sotto il sole cocente senza bere, si passano le bottiglie uno con l’altro, bevendo dalla medesima a piccoli gruppi, come se fosse un calice amaro – il più amaro della loro giovane vita – da condividere.

Loro si consolano così, si abbracciano, stringendosi intorno ad un amico che non c’è più, dovendo accontentarsi già del ricordo. Qualcuno, stamattina, ha portato dei fiori. E sull’asfalto sotto il guardrail ci sono dei lumini accesi, che neppure il prossimo temporale potrà spegnere.

Ambra Bellandi

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