Susanna, paziente cronica: 'Da due anni aspetto la presa in carico'
“Sono esausta, irritata e amareggiata. Non è possibile che i cittadini contribuenti vengano trattati in questo modo”. Due anni di attesa per la messa in pratica del piano di cura per la cronicità. A denunciarlo Susanna Marchesetti, 32enne cremasca che dal 2016 è in attesa di poter effettuare degli esami per le proprie patologie.
Susanna è affetta da “tiroidite di hashimoto” (un processo infiammatorio autoimmune della tiroide che porta spesso ad una graduale ma progressiva e irreversibile ipofunzione della tiroide) e da una malattia reumatica che le ha provocato un’endocardite batterica quando era appena adolescente. “Mi sto curando da vent’anni, e quando la mia dottoressa di famiglia mi ha proposto di aderire al piano per la presa in carico ho accettato di buongrado. Non solo per una questione economica: soprattutto per avere la certezza di controlli puntuali e garantiti”.
Così, però, non è stato. 11 esami che avrebbe dovuto effettuare tra il giugno 2016 e il maggio 2017, ha dovuto eseguirli in proprio presso la Asst di Crema. “Molti erano semplici esami del sangue, ma tre, invece, sono visite specialistiche necessarie per capire a quale stadio sia la mia patologia, specialmente quella tiroidea”.
Questi controlli, Susanna li ha effettuati muovendosi da sola, perché dal call center informativo sulla presa in carico dei cronici hanno continuamente posticipato, spiegando alla 32enne che “la documentazione non era corretta, ma a me nessuno aveva detto cosa specificare o meno”.
Dopo questo ultimo scoglio le è stato redatto, dal medico di base, un nuovo piano di cura, da effettuare tra novembre e dicembre 2018. Ma ancora una volta Susanna si è vista posticipare i controlli tra gennaio (visita endocrinologica ed ecografia alla tiroide e visita cardiologica) e, addirittura, maggio 2019. “Per questo mi muoverò privatamente”, ha commentato.
“Mi domando a cosa sia servito creare un call center se questo non è collegato direttamente con gli ospedali, ma soprattutto proporre ad un cronico la presa in carico se questa deve diventare un motivo di stress maggiore”.
Ambra Bellandi