Cronaca

Campo estivo assicurato per Lorenzo
Comune e Sindaco coprono l’assistenza
“Spino in prima fila per la disabilità”

Lorenzo può frequentare il campo estivo, senza spese aggiuntive per mamma e papà. La conferma arriva dal sindaco di Spino d’Adda Paolo Riccaboni che fa il punto sulla questione dei sussidi pubblici per la disabilità, senza dubbio necessari ma non previsti dalla legge.

SPINO ATTENTA AI DIVERSAMENTE ABILI

“L’Amministrazione di Spino d’Adda è in prima fila nel sostegno alla disabilità –spiega Riccaboni – lo dimostra il fatto che nessuno dei Comuni circostanti stanzia finanziamenti specifici per l’assistenza ai disabili, questo perché per legge non sono previste imposizioni a livello istituzionale”. Il Sindaco si riferisce alla legge-quadro  104 del 1992, che pur riconoscendo dignità e assistenza ai portatori di handicap non pone vincoli ai Comuni per stanziare fondi. L’amministrazione spinese ha scelto di mettere a bilancio gli aiuti alla disabilità per il sostegno scolastico e l’assistenza ai centri estivi, fondi che vengono divisi equamente tra tutti i ragazzi bisognosi.

IL CAMPO ESTIVO E L’IMPEGNO IN PRIMA PERSONA

Per quanto riguarda il Campo estivo, il Comune ha previsto un budget di 4500 euro dedicato all’assistenza, da suddividere per il numero di partecipanti diversamente abili. La cifra copre circa i due terzi della spesa complessiva che la famiglia avrebbe dovuto sostenere, un discreto aiuto per i genitori, che nel caso di Lorenzo risultava comunque insufficiente a garantire l’assistenza necessaria durante il Campo estivo. La famiglia del piccolo si è quindi rivolta direttamente al Sindaco che, senza spiegare come, ha garantito che da oggi Lorenzo avrebbe potuto frequentare il Campo con gli altri bambini. “Come sappiamo le casse comunali non godono di ottima salute, dopo gli ultimi importanti tagli ai trasferimenti statali e regionali il bilancio non permetteva ulteriori spese – spiega Riccaboni – Nel caso specifico di Lorenzo mi sono impegnato con la famiglia affinché non dovessero versare un contributo aggiuntivo e ho mantenuto la parola intervenendo personalmente”. Un’eccezione che, per quanto degna di nota, non risolve una questione spesso dimenticata dalle istituzioni: “In questo caso mi sono mosso in prima persona, ma si tratta di un fatto ideologico, di principio – conclude Riccaboni – L’attenzione deve spostarsi sulle leggi vigenti e fare in modo che l’assistenza alla disabilità che ora è contemplata come una voce a bilancio facoltativa e spesso tralasciata acquisti un peso diverso”.

 

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