Cronaca

La Madonna del Don
patrona degli Alpini
donata alla diocesi di Crema

La Diocesi di Crema ha un gioiello in più. Stamattina in occasione della tradizionale Messa sociale degli Alpini celebrata da don Natale Severgnini, le penne nere hanno recato in dono una riproduzione della “Madonna del Don”, icona sacra da sempre cara al corpo.

LA CERIMONIA

La messa solenne si è svolta presso l’Oratorio del Ss. Crocefisso al Quartierone: dopo l’omelia l’immagine è stata benedetta secondo il rito solenne dedicato alle sacre icone. La comunione è stata accompagnata dal canto “Signore delle cime” e dalla solenne musica suonata con l’organo a canne “Tamburini” concesso in comodato d’uso dalla ditta cremasca. Non poteva mancare un piccolo intervento musicale del carillon del Sacrario, che hanno intonato melodie care agli Alpini e dedicate alla Madonna, mentre a fine celebrazione le tredici campane hanno accompagnato le voci dei militari nell’inno “Valore alpino”, intonato sul sagrato del Quartierone. Un momento solenne e sentito per il gruppo cremasco dell’Ana e per il centro diocesano G.Lucchi, che il prossimo sabato 28 gennaio alle 11 proporrà la celebrazione della Messa per i Caduti della campagna di Russia, cui sono invitati tutti i parenti dei combattenti che hanno perso la vita sul campo di battaglia.

LA “MADONNA DEL DON”

L’immagine sacra è da sempre molto cara agli Alpini, proprio per l’importanza rivestita sui campi di battaglia durante la seconda Guerra Mondiale: a lei si rivolgevano le preghiere, gli sguardi dei combattenti e i pensieri per i compagni caduti in battaglia. Nel 2002 la Vergine addolorata venne proclamata patrona delle penne nere. La leggenda narra che la sacra icona sia stata salvata durante la ritirata di Russia del ’43 da un frate cappuccino, cappellano militare; a fine conflitto furono le mani degli Alpini a portarla in Italia, dove dopo diversi spostamenti venne lasciata presso la chiesa dei cappuccini di Mestre dove ancora si trova l’originale. Ad oggi esistono pochissime riproduzioni di quest’opera di valore artistico e religioso, motivo di grande soddisfazione per il Quartierone cremasco che ora ha un gioiello in più ai pellegrinaggi degli Alpini o alle visite dei turisti.

l. g.

 

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