Castel Gabbiano,
il sindaco si chieda
cosa è andato male
L’ultima “mossa” dell’(ormai) ex sindaco di Castel Gabbiano, fa da brutta cornice ai recenti avvenimenti riguardanti la decaduta Amministrazione ed è assolutamente emblematica e rappresentativa di come il Sig. Milanesi intenda la democrazia e il dialogo. Mi riferisco ai contenuti dell’ultimo numero del giornalino dell’Amministrazione comunale, divenuto ultimamente un suo personale strumento di propaganda. E’ evidente a chiunque sia dotato di un minimo di buon senso, quanto la lettura dei fatti del Sig. Milanesi, sia totalmente non aderente alla realtà: si è addirittura immaginato frasi dette dall’impiegato comunale (mai sentite!) e “baldanzosi brindisi” al bar , e ancora, c’è da chiedersi: come è possibile che un semplice consigliere possa da solo avere il potere di far cadere una Giunta? Al Sig. Milanesi deve essere sfuggito qualcosa… perché forse non si è accorto di avere perso per strada ben tre persone della sua lista!!! E magari, al di là delle motivazioni personali di ognuna, sarebbe stato doveroso domandarsi dove e in che cosa si fosse agito male! Tre persone sono più di un terzo di un gruppo di otto persone, escludendo il sindaco!!! Inoltre si permette di misurare la possibilità decisionale dei consiglieri in base alle preferenze ottenute, concetto che stride con i principi base della democrazia (tra l’altro, c’è chi è stato nominato assessore e addirittura vicesindaco, con ancora meno preferenze).
Parla di poco coraggio, ma è chiaro che ci vuole invece molto coraggio ad andare fino in fondo e a voler perseguire un obiettivo, sarebbe stato molto più semplice e meno faticoso dare le dimissioni singolarmente, e l’obiettivo comune dei sette consiglieri, alla fine e fatte le dovute considerazioni, era proprio quello di far cadere la Giunta, non più capace, soprattutto proprio per il modo di operare, di portare avanti progetti nell’interesse della cittadinanza.
Il Sig. Milanesi ha scritto a tanti di questi consiglieri in tutti i modi possibili, via mail, tramite volantini, sul giornalino, persino tramite sms, tutto doverosamente documentato, e i toni ed i contenuti difficilmente erano consoni ed adeguati al suo ruolo istituzionale!!! In ultimo, ma non ultime, la mancanza di rispetto e l’incapacità di relazionarsi con le dovute civili convenzioni e modalità, unitamente alla mancanza di chiarezza e trasparenza, nonostante il Sig. Milanesi voglia affermare il contrario, sono le cause di questo epilogo.
Salta all’occhio in modo eclatante quanto si sia impegnato per cercare altrove ed addossare ad altri le motivazioni del suo fallimento, per cercare in modo spasmodico uno o più capri espiatori. Forse sarebbe stato più costruttivo avere la forza di farsi una sana autocritica, in questo davvero ci vuole tanto coraggio e tanta forza di carattere! Avrebbe potuto uscire di scena in modo più elegante e dignitoso.
Simonetta Paganelli