Sciopero generale del 12 dicembre:
le ragioni della CGIL Cremona
La CGIL ha annunciato uno sciopero generale per il 12 dicembre, una mobilitazione per far sentire la voce di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati di fronte a una situazione economica e sociale sempre più complessa. Tramite una nota stampa firmata da Elena Curci, Segretaria Generale CGIL Cremona, sono state spiegate le ragioni che hanno portato alla scelta di scioperare venerdì 12 dicembre.
“Le ragioni sono molteplici: la realtà che viviamo quotidianamente è ben diversa da quella artificiale che ci viene raccontata dal Governo. Anche nel nostro territorio, a Cremona e in provincia, vediamo ogni giorno gli effetti di questa situazione: salari che non tengono il passo con il carovita, precarietà diffusa nelle fabbriche, nella logistica, nei servizi, pensioni che non bastano più a coprire le spese essenziali, sanità territoriale in affanno con servizi esternalizzati o tagliati e servizi sociali sotto pressione. Dietro i numeri della manovra ci sono la vita quotidiana delle persone, delle famiglie e delle comunità: è anche per loro che il 12 dicembre scioperiamo.
Come CGIL abbiamo presentato un pacchetto di proposte al Governo per affrontare una questione salariale che, nel nostro Paese, è diventata una vera emergenza sociale. È fondamentale attuare una riforma fiscale equa, investire nella sanità per garantire salute e sicurezza, rilanciare una politica di investimenti pubblici che crei occupazione, superi la precarietà e offra un futuro ai giovani e alle donne, che stanno pagando un prezzo altissimo.
Tra le nostre rivendicazioni, la detassazione degli aumenti contrattuali è solo una parte. Un aspetto particolarmente rilevante riguarda il drenaggio fiscale che, tra il 2022 e il 2024, ha sottratto 25 miliardi di euro a lavoratrici, lavoratori e pensionati. L’Esecutivo ha accolto solo in parte le nostre richieste: la detassazione è prevista solo per i redditi fino a 28 mila euro, mentre per gli altri si punta sulla riduzione della seconda aliquota Irpef dal 35% al 33%, con un effetto nullo per il 70% dei contribuenti che dichiarano redditi inferiori a quella soglia.
Basti un esempio: con un reddito di 30 mila euro il guadagno sarebbe di appena 3,3 euro al mese, 40 euro all’anno. Questi numeri dicono una cosa semplice: chi vive di salari bassi o medio-bassi riceve poco o nulla, mentre i vantaggi più consistenti vanno a chi ha redditi più alti. Ancora una volta, chi lavora e chi è in pensione si vede riconoscere solo le briciole. In questa manovra, coloro che vengono protetti senza riserve sono i milionari e i miliardari, come dimostra il rifiuto della nostra proposta di istituire un contributo di solidarietà dell’1,3% per i 500 mila contribuenti più ricchi, che potrebbe generare 26 miliardi di euro. Questo è stato considerato uno scandalo dalla Maggioranza, mentre è stato ritenuto accettabile sottrarre 25 miliardi a chi vive di salario e pensione.
Inoltre, queste risorse non vengono destinate a finanziare la spesa sociale, come avevamo richiesto, ma a uscire anticipatamente dalla procedura di infrazione, attivando già l’anno prossimo la Clausola di Salvaguardia per escludere dal Patto di Stabilità la spesa per il riarmo, che ammonta a oltre 23 miliardi nel triennio 2026-2028. Questo significa, in concreto, meno risorse per la sanità pubblica, per i servizi sociali, per il trasporto pubblico locale e per le politiche territoriali che sarebbero fondamentali anche per la provincia di Cremona. Per tutte queste ragioni riteniamo lo sciopero generale del 12 dicembre uno strumento necessario e responsabile per chiedere un cambiamento di rotta: dalla parte del lavoro, dei salari, delle pensioni, della sanità pubblica e dei diritti.
Invitiamo tutte e tutti a partecipare attivamente a questa mobilitazione che si terrà a Brescia, per far sentire la nostra voce e chiedere un cambiamento reale. CGIL Cremona sarà presente con le sue strutture, le delegate e i delegati, le lavoratrici e i lavoratori, le pensionate ed i pensionati da tutta la provincia. La lotta per i diritti è una lotta per il futuro, e riguarda da vicino anche il futuro del nostro territorio”.