"Dolore immenso. Karim resterà
nel cuore della nostra città"
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L’ultimo commosso e raccolto saluto a Karim Hamed Mandi, 16enne spentosi al San Raffaele di Milano dopo un estremo tentativo di salvataggio dall’annegamento nel fiume Adda a Merlino, in provincia di Lodi, ha unito la comunità legata al ragazzo e al Centro culturale islamico di via Rossignoli a Crema.
Giovane arrivato in Italia senza i famigliari, ospitato dall’Arci Porto Sicuro di Spino d’Adda e seguito dal comune di Cremona, Karim ha lasciato un profondo ricordo nell’animo di amici, conoscenti, educatori, compagni di vita.
Legame intercontinentale con i parenti più stretti, lo zio di Karim, presente tra i componenti della comunità islamica che ha popolato il Centro culturale, pregato e ascoltato gli accorati interventi. Non sono mancati alcuni amministratori del comune di Crema. La famiglia aspetta il rientro della salma a casa, grazie alla solidarietà di chi sta raccogliendo fondi per ridare Karim all’abbraccio dei suoi genitori.
Giovedì 14 agosto il tragico incidente nel lodigiano: il tuffo di Karim nelle acque dell’Adda, il giovane che non riemerge, la chiamata ai soccorsi, il disperato e vano trasporto in ospedale. Mercoledì, a Crema, l’estremo saluto.
“È sempre difficile trovare le parole giuste per esprimere il dolore e il cordoglio. Lo è ancora di più quando si parla in veste istituzionale, perché oggi non sono solo il Sindaco di Cremona: sono la voce di un’intera città – ha preso la parola Andrea Virgilio, primo cittadino cremonese -. Oggi siamo qui per salutare Karim e per riconoscere il valore della sua giovane vita, spezzata troppo presto. Un ragazzo arrivato da lontano, con un carico di speranze, sogni, paure. Un ragazzo che forse nessuno di noi ha conosciuto davvero, eppure la sua storia ci appartiene. Perché il suo percorso, la sua fatica, il suo desiderio di un futuro migliore toccano la nostra coscienza. E ci interrogano”.
“Karim era un minore straniero non accompagnato – ha proseguito Virgilio -. Questo è un termine tecnico, ma dietro a quelle parole ci sono volti, vissuti difficili, tanta solitudine e spesso anche molto coraggio. Ed è proprio questo che ci unisce oggi: la consapevolezza che la vita umana ha dignità, ha valore, merita rispetto. Anche quando arriva in silenzio, anche quando non fa notizia, anche quando scompare troppo in fretta”.
“In questi giorni ho ricevuto tante parole di affetto, di vicinanza, di sincera compassione – ha confidato il sindaco di Cremona ai presenti -. E mi ha colpito come, anche in tempi difficili come questi, ci sia ancora tanta umanità che sa farsi sentire. A volte ci sentiamo circondati da indifferenza o cinismo, ma poi scopriamo che ci sono uomini e donne capaci di empatia, capaci di costruire ponti, di prendersi cura“.
“Desidero ringraziare profondamente tutte le persone che hanno accompagnato Karim nel suo cammino: gli educatori, gli operatori, i volontari, chi ha saputo fargli sentire che anche lontano da casa si può trovare una nuova casa. Chi ha trasformato la fatica della relazione in un gesto quotidiano, in una professione dell’anima – ha precisato Virgilio -. Credo che il futuro ci chiederà sempre di più questa capacità: ricucire legami, facilitare l’incontro, non avere paura delle differenze”.
Il sindaco cremonese ha poi ringraziato la comunità musulmana “per la sua presenza, per il senso profondo di solidarietà che ha saputo esprimere in questo momento di dolore”.
Con commozione ha poi rivolto un abbraccio “a tutta la comunità islamica, agli a educatori, ai compagni e soprattutto ai familiari di Karim”. “Il vostro dolore è immenso – ha concluso Virgilio -, come immenso è stato il coraggio che avete avuto nel cercare un futuro migliore per vostro figlio. Cremona oggi vi è vicina. Karim resterà nel cuore della nostra città“.
