Festa Unità Crema: sul tavolo
precarietà e salario minimo
Prosegue a Crema la Festa de l’Unità in corso di svolgimento nella storica cornice di Ombrianello che ieri sera nell’area dibattiti ha ospitato il confronto su precarietà e salario minimo con protagoniste Elena Curci, segretaria generale della Camera del Lavoro di Cremona, e Stefania Bonaldi, dieci anni alla guida del comune di Crema e ora componente della segreteria nazionale del Partito Democratico, con delega a Pubblica amministrazione, Professioni e Innovazione.
Molti gli aspetti analizzati nel corso della serata moderata dal giornalista Dario Dolci, partendo proprio dagli ultimi provvedimenti del Governo Meloni in ordine alla scelta circa la proroga dei contratti a tempo determinato e l’aumento dell’utilizzo dei voucher. Sulla stessa linea l’ex sindaca Bonaldi e la sindacalista CGIL nell’evidenziare l’importanza della lotta alla precarietà, con l’obiettivo di tutti che dovrebbe tendere verso la promozione del lavoro a tempo indeterminato più che il rafforzamento dei contratti a termine.
Per la Bonaldi, l’apprendistato dovrebbe essere un canale privilegiato, sarebbe opportuno abolire gli stage extracurricolare, incentivare occupazione femminile, rendere attiva la parità salariale, rivendere lo statuto dei lavoratori, per regolamentare i nuovi lavori e regolamentare anche lo Smart working. È netto il no al precariato da parte della sindacalista CGIL, che ricorda la battaglia del contro l’impianto del Jobs act del Governo Renzi: “Abbiamo una certa difficoltà a comunicare con il Governo Meloni – dice Elena Curci – ci convoca ai tavoli, ma alla fine i tavoli risultano inutili, le nostre proposte non vengono ascoltate. Dobbiamo creare lavoro, ma un lavoro che sia stabile e non precario”. Sull’argomento, Stefania Bonaldi sottolinea la linea della segreteria di Elly Schlein: “Ci si è resi conto della necessità di fare un’inversione a U rispetto ad alcune politiche contenute nel Jobs act”.
Nel corso della serata affrontato il tema spinoso del reddito di cittadinanza, alla luce degli sms che l’Inps sta inviando a seguito dell’intervento di abolizione del governo Meloni Per Elena Curci, “Ovunque esiste uno strumento per contrastare la povertà. Anche noi avevamo posto delle criticità sul reddito di cittadinanza, perché sono mancate politiche attive per l’inclusione sociale e lavorativa. Peraltro – prosegue la sindacalista – lo strumento del reddito di inclusione sociale promosso proprio dal PD era la soluzione ottimale, che partiva dalla presa in carico personalizzata della persona”. Sul punto, ricorda Stefania Bonaldi: “Il welfare non è assistenzialismo è progettualità ed è affiancamento. Non si risolve con la social card. Abbiamo 5 milioni e mezzo d poveri di cui ora, 1,4 bambini. Quando si vive nelle bolle, poi si raccontano delle balle”, conclude l’ex sindaca che chiede un ripensamento del welfare con una regia nazionale.
Quanto al salario minimo, la proposta avanzata da tutte le opposizioni esclusa Italia Viva (Pd, M5S, Azione, Verdi e Più Europa) e per sostenere la quale è in corso una raccolta firme, Stefania Bnaldi ne descrive i contenuti, che vanno nella direzione del rafforzamento della contrattazione collettiva per contrastare i contratti pirata, quelli firmati da organizzazioni sindacali non rappresentative, e, soprattutto, mira a fissa la soglia di 9 euro lordi all’ora, sotto la quale nemmeno la contrattazione collettiva può scendere, altrimenti non è lavoro ma sfruttamento.
Dal canto suo, Elena Curci ricorda che fin dal 1954 con l’allora segretario Di Vittorio, la Cgil chiede una retribuzione minima garantita, ma per la sindacalista però occorre porre l’attenzione sul valore della contrattazione collettiva, rafforzandola attraverso una legge sulla rappresentanza sindacale, perché i contratti pirata sono un pericolo che esiste.
Rispetto poi alla scelta del Governo Meloni di prendere tempo attraverso una regia del Cnel per una proposta condivisa, Elena Curci non ha dubbi: “Si scarica su altri per rinviare cosa decidere”.
Ilario Grazioso