Spettacolo
“Stelline in scena” per la prima
volta al San Domenico nel 2026
Compagnia Barlafuss
La Rassegna di Teatro Amatoriale “Stelline in scena”, curata da Pier Giorgio Ruggeri, approda per la prima volta nella cornice prestigiosa del Teatro San Domenico. Da gennaio a maggio 2026, saranno sette gli spettacoli proposti dal teatro cittadino allo scopo di valorizzare la ricchezza e la vitalità del teatro amatoriale lombardo. I biglietti sono già in vendita.
“Stelline in scena nasce con l’obiettivo di offrire visibilità e riconoscimento ai gruppi non professionisti che, in tutta la Lombardia, mantengono vivo il tessuto culturale dei territori attraverso passione, impegno e creatività. – dichiara Giovanna Caravaggio, consigliera della Fondazione San Domenico con delega al teatro – Anche in questa edizione saranno accolti spettacoli in lingua e in dialetto, siano essi opere originali, adattamenti o riduzioni teatrali di racconti, romanzi e film, perché riteniamo che la pluralità delle forme espressive sia una ricchezza imprescindibile. Portare la rassegna al San Domenico rappresenta un passo importante: significa aprire nuove collaborazioni, coinvolgere nuovi pubblici e offrire ai gruppi partecipanti un palcoscenico di grande valore artistico. Il Teatro San Domenico è un luogo capace di accogliere e amplificare l’energia delle compagnie amatoriali, e confidiamo che questo incontro tra tradizione e novità possa dare vita a un’edizione particolarmente significativa. Ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile questo progetto e le compagnie che sceglieranno di partecipare. Siamo certi che Stelline in scena saprà raccontare, attraverso il teatro, la straordinaria varietà e vitalità culturale della nostra regione.”
Alla Rassegna sono invitati a partecipare gruppi non professionisti operanti nell’intero territorio lombardo. Gli spettacoli ammessi possono essere opere originali, adattamenti, riduzioni teatrali di film o romanzi, e devono costituire uno spettacolo completo. – come indicato sul regolamento.
“Stelline in scena porta al San Domenico qualcosa che per me ha un valore speciale: la possibilità di vedere sul nostro palcoscenico persone che fanno teatro per puro amore, con quella passione autentica che nasce nei gruppi, nei paesi, nelle comunità. – spiega Gianluca Savoldi, consigliere della Fondazione San Domenico con delega al teatro – Aprire le porte del nostro teatro a tutta la Lombardia significa dare voce a chi spesso non ha grandi mezzi, ma ha un talento capace di arrivare al cuore del pubblico. È questo lo spirito che il Consiglio di Amministrazione, guidato da Guido Giordana, sta coltivando: un teatro vivo, che accoglie, che si apre, che riconosce il valore delle storie e delle energie che abitano il territorio. E la collaborazione con Stelline, una realtà così radicata e amata nel Cremasco, rende questo progetto ancora più prezioso. Insieme possiamo creare qualcosa di bello, di vero, di condiviso. Perché il teatro, quando si uniscono le forze, diventa davvero un luogo in cui tutti possono brillare.”
Il direttore artistico della rassegna è Pier Giorgio Ruggeri: “Con Stelline in scena portiamo nel prestigioso Teatro San Domenico una serie di compagnie che, con la loro passione, reciteranno grandi e piccoli autori che raccontano la vita, ispirandosi a quel che accade tutti i giorni. Raccontano la quotidianità e gli imprevisti con ironia e leggerezza per donare un po’ di allegria a chi vorrà venire a vederli e che poi si sorprenderanno a ridere e applaudire. Con gioia.”
La rassegna si apre con “Un neo di troppo” in programma l’11 gennaio alle ore 17,00 a cura della compagnia Gli Schizzaidee di Bolzone. L’ingresso è gratuito nell’ambito delle manifestazioni contro la violenza sulle donne promosse dal Comune di Ripalta Cremasca. Si tratta di una vorticosa commedia degli equivoci, in dialetto, che ruota attorno a Giuliano, un uomo piagato da un assurdo “bignone” sulla natica causato da una caduta. Il suo disperato bisogno di quiete viene comicamente travolto dal caos generato dalla moglie Teresa e dalle sue amiche, una galleria di personaggi esilaranti trasformando la casa in un campo di battaglia domestico. Gli altri sei spettacoli sono proposti al costo di 10,00 euro.
“L’estinzione della razza umana” si terrà l’8 febbraio alle ore 17,00 a cura del gruppo teatrale i Mostaccini di Postino (Dovera), testo di Emanuele Aldrovandi. In un mondo dal ritmo frenetico, l’arrivo di uno strano virus che trasforma le persone in tacchini, costringe i personaggi in scena, e gli spettatori in sala, a porsi numerose domande. Utilizzando un linguaggio tragicomico con dialoghi serrati e affilati, il gruppo teatrale i Mostaccini porta in scena uno spettacolo ironico e grottesco che proietta in modo lucido e dinamico uno spaccato di vita recente.
L’1 marzo alle ore 17,00 si terrà “Semplicemente Peppina” di e con Chiara Tambani. Giuseppina Strepponi fu donna libera, anticonformista, cantante di grandissimo successo anche prima di diventare la compagna e la musa di Giuseppe Verdi. Chiara Tambani, attrice e autrice cremonese, ha immaginato un racconto intimo e confidenziale in prima persona, in cui Peppina racconta la sua vita, i suoi successi, i suoi dolori e i suoi due grandi amori, a cui ha dedicato tutta la sua esistenza: la musica e Verdi.
“Quando l’amur al gh’è” è in programma il 21 marzo alle ore 21,00 a cura di Amici del Teatro di Treviglio, regia di Primo Giroletti, testo di Abele Roggeri.
Pina, vedova recentemente risposata, dirige con piglio marziale l’azienda di famiglia, in cui si trovano a bighellonare il nuovo marito e l’amico perditempo. Le giornate sono animate dalle continue incursioni dell’amica ficcanaso e dai battibecchi con la nipote e il vigile urbano. In attesa dell’apertura del testamento del defunto, si intrecciano storie d’amore, cartomanzia e pettegolezzi, in un turbine di personaggi spassosissimi.
Il 12 aprile alle 17,00 sul palco cittadino andrà in scena “Sucèt a Gnidèl… “Al sàss dè Giuàn Brentòla” a cura della compagnia teatrale Barlafüss di Agnadello, testo di Pierina Bolzoni. Si tratta di una commedia dialettale in tre atti, con ritmo serrato e comicità inesauribile che riflette sui vizi e le virtù della nostra società. È un affresco brillante, dove il dialetto, l’ironia e un pizzico di giallo si mescolano per garantire tante risate. Siamo ad Agnadello, un piccolo paese in provincia di un’Italia che corre. Qui, tra un trasloco e una consegna, opera la piccola e sgangherata impresa di Paulì Sollecito, un uomo rude ma dal cuore d’oro che gestisce l’attività insieme alla pragmatica sorella, Costanza. La loro è un’impresa di trasporti “solleciti”, ma presto scopriremo che l’azienda è in realtà la copertura per un’attività molto meno nobile: lo smaltimento clandestino di materiali… scomodi. Il caos scoppia quando la bottega di Paulì diventa un frenetico via vai di personaggi al limite del grottesco: Giacumina, una vedova troppo allegra con un oggetto misterioso che deve “sparire”; Cantalamessa un arrogante funzionario invischiato in un intrigo che coinvolge persino un defunto eccellente da far sparire velocemente; Caloggero Laganà l’ufficiale giudiziario che ha trafitto il cuore di Costanza; Mary una giovane attivista vicino ad un politico. Tra un cadavere che scompare, un affare illecito e una storia d’amore che torna, la situazione precipita in una serie di situazioni rocambolesche e irresistibili risolte anche grazie all’aiuto di Palmira e Angelina.
Il 18 aprile alle 21,00 si svolgerà “Spie per caso” a cura di APS Rosso di Scena di Capergnanica, tratto da “Don’t Drink the Water” di Woody Allen, traduzione di Federico Galeotti, adattamento e regia di Miriam Alblois. Nel 1969, in piena Guerra Fredda, una coppia di turisti americani si ritrova invischiata in un intrigo internazionale. Durante una vacanza, in un imprecisato paese dell’Est Europa, scattano, senza rendersene conto, alcune fotografie molto compromettenti. Le autorità locali li scambiano per spie e scatta l’allarme diplomatico. Braccati dalla polizia segreta, i due trovano rifugio nell’Ambasciata Americana, dove però la situazione è tutt’altro che rassicurante. L’Ambasciatore è assente e la sede è momentaneamente sotto la gestione della figlia Linda, una giovane donna del tutto impreparata al ruolo. Tra tensioni, minacce e goffi tentativi di negoziazione, sarà proprio Linda con la sua imprevedibile fantasia e incoscienza, a ideare un piano tanto ingegnoso quanto caotico per aiutare i due a fuggire dal Paese prima che sia troppo tardi.
La rassegna si chiude il 17 maggio alle 17,00 con “Il malato immaginario” a cura della Compagnia El Turass di Castelleone, tratto dal testo di Molière.
Narra le vicende di Argante, un ipocondriaco che crede di essere gravemente malato e si circonda di medici e rimedi inutili. La trama segue i suoi tentativi di far sposare la figlia Angelica con il figlio di un medico per avere cure gratuite e il piano architettato dalla sua cameriera e dal fratello Beraldo per svelare le ipocrisie che lo circondano attraverso la messinscena della sua morte. Alla fine, Argante comprende la verità e permette il matrimonio tra Angelica e il suo amato Cleante.
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