Crema: commemorazione
dei partigiani del Voltini
A 81 anni di distanza da quel 29 novembre 1944, si è ripetuta questa mattina nei pressi della lapide presente all’esterno dello stadio Giuseppe Voltini, la commemorazione dei quattro giovani partigiani uccisi dalla milizia fascista: Ernesto Monfredini, 24 anni di Castelleone, Gaetano Paganini, il più grande dei quattro, all’epoca 37enne (nato l’8 settembre, quasi un segno del destino si dirà nel corso della commemorazione), di Castiglione d’Adda, così come i più giovani compaesani, Luigi Bestazza e Antonio Pedrazzini all’epoca 23enni.
Alla deposizione della corona d’alloro hanno partecipato l’assessore Giorgio Cardile in rappresentanza del sindaco di Crema, ed i sindaci di Castelleone e Castiglione d’Adda, rispettivamente, Federico Marchesi e Costantino Pesatori, oltre a Roberto Nalbone per Anpi Lodi ed il consigliere regionale Matteo Piloni. Ad introdurre la commemorazione e ricordare i fatti di quelle giornate tragiche del 1944, in rappresentanza dell’Anpi per il territorio cremasco e lodigiano, Paolo Balzari: “Per Crema questo è un luogo di memoria, qui ci sono le radici fondanti della nostra repubblica. Siamo qui – ha proseguito Balzari, presidente di Anpi Crema – perché vogliamo che questa storia venga raccontata e trasmessa, in questi tempi in cui fascismi e neofascismi sembra che trovino spazio. Noi siamo qui per ricordare il senso del sacrificio di questi quattro giovani partigiani, che impone a tutti l’obbligo civile di non dimenticare”.
Nei diversi interventi, più volte sono stati scanditi i nomi dei quattro partigiani fucilati dai fascisti, alla presenza dei famigliari ed in particolare, di Santino Paganini, figlio di Gaetano e Germano Monfredini, fratello di Ernesto. Dall’assessore Giorgio Cardile, l’importanza e l’impegno di ricordare e continuare a proporre ai giovani ed alle scuole, il contenuto del celebre discorso di Piero Calamandrei del gennaio di 70 anni fa, laddove l’esimio giurista sottolineava: “Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità della nazione, andate là, o giovani, col pensiero, perché là è nata la nostra costituzione”. Riferimenti a Piero Calamandrei ed al suo articolo del 1953, “Contro le belve, contro le intemperie. Un progetto per l’Europa”, anche da parte del primo cittadino di Castelleone, per il quale le parole di Calamandrei, sono più che mai attuali davanti alla lapide del Voltini, “in questo luogo in cui le idee di libertà, democrazia e pace, sono state testimoniate dai quattro giovani fucilati dalla barbarie nazifascista”.
Da parte sua, il sindaco di Castiglione d’Adda, paese che ha dato i natali a tre dei quattro partigiani fucilati al Voltini, “il passato ci appartiene, ricordare per non dimenticare”. Nell’orazione conclusiva affidata al prof. Silvano Allasia, anche il ricordo di Sante Pizzavini ucciso pochi giorni prima a Castiglione, e i riferimenti al brano “La Locomotiva” di Francesco Guccini, perché “gli eroi son tutti giovani e belli” e alle testimonianze lasciate da Elia Ruggeri.
Ilario Grazioso