Colpì il vice questore al comizio:
Condannata la no vax
Una condanna e un’assoluzione, per Maria Grazia Piccinelli, 56 anni, di Cremona, presidente del comitato no vax – no green pass “Fortitudo”, finita a processo per resistenza a pubblico ufficiale e calunnia nei confronti di Bruno Pagani, 62 anni, bergamasco, ex dirigente del Commissariato di Crema, ora in pensione, che l’imputata aveva accusato di averla strattonata con violenza e colpita con due gomitate allo stomaco la sera del 30 maggio del 2022 a Crema in occasione del comizio elettorale tenuto in piazza del Duomo dall’ex premier Giuseppe Conte, salito sul palco per sostenere la candidatura a sindaco del pentastellato Manuel Draghetti.
La Piccinelli è stata condannata a 7 mesi, pena sospesa, solo per resistenza, mentre è stata assolta dalla calunnia “perchè il fatto non costituisce reato”. Come risarcimento a Pagani, parte civile attraverso l’avvocato Massimiliano Cortellazzi, il giudice ha disposto la somma di 2.000 euro, oltre a 2.500 euro di spese legali. Per la Piccinelli, il pm onorario aveva chiesto la condanna per entrambi i reati ad una pena di un anno e sei mesi.
Quella sera l’imputata era partita per Crema insieme al suo ex tesoriere, alla sua ex vice presidente e ad un consigliere. Voleva parlare con Conte, e per farlo aveva tentato di oltrepassare il cordone dei poliziotti, colpendo il vice questore.
Qualche ora prima, nel pomeriggio, a Pagani aveva telefonato il questore di Cremona, segnalandogli che al comizio ci sarebbe stata la presenza del comitato “che gravita nell’ambito dei no vax”. “L’intenzione”, aveva riferito Pagani in aula, “era quella di contestare in modo molto aspro il presidente Conte, accusato di non aver saputo gestire la crisi pandemica”.
“Quando siamo arrivati”, ha raccontato la Piccinelli nel corso di dichiarazioni spontanee, “ad una ventina di metri da noi c’era un capannello di agenti della Digos. Poi ho visto un uomo venire nella mia direzione e puntarmi un dito sul petto. Era talmente vicino che potevo sentire il suo alito. E poi mi ha intimato: ‘Alla prima parola che dice, la prendo, la porto in Questura e la arresto’. Non sapevo chi fosse. Indossava una polo bianca e giacca azzurra, non aveva il distintivo. Aveva gli occhi iniettati di sangue.

Per un’ora ho subito angherie da parte di cinque uomini che mi hanno impedito di fare qualsiasi mossa, violando i miei diritti. Non mi facevano respirare, e io mi sono ribellata. Sono stata presa di mira solo io, verso di me c’è stato un accanimento. Lui mi ha minacciata e ha abusato del suo potere. La resistenza è stata fatta contro di me. Ho ricevuto spintoni, strattoni, ma io ho il dovere di dissentire e di difendere la mia libertà di andare verso il palco durante un comizio pubblico e fare delle domande a Conte in modo educato”.
“Li ho invitati a tenere un comportamento civile ed educato e a non creare disordini“, aveva ricordato a suo tempo Pagani, “ma loro hanno iniziato subito a polemizzare e a scandire slogan. ‘Vergognatevi di quello che avete fatto a Bergamo’, ‘dittatura sanitaria’”, dicevano, “attirando l’attenzione degli aderenti del Movimento 5 Stelle che hanno reagito“. In piazza, la polizia aveva quindi disposto un cordone di sicurezza per dividere le due fazioni, e nel frattempo era arrivato Giuseppe Conte che era salito sul palco salendo dal retro.
“Il gruppo dei no vax”, aveva raccontato Pagani, “ha cominciato ad inveire contro di lui e a scandire slogan, con la Piccinelli che cercava di andare verso il palco. A quel punto io mi sono messo davanti, allargando le braccia. Lei era molto agitata e con fare aggressivo mi si è buttata addosso, spingendomi e strattonandomi. Sono riuscito a contenerla e a respingerla indietro, ma lei continuava, tanto che il presidente Conte è stato costretto ad interrompersi più volte, facendo indispettire gli aderenti dei 5 Stelle.
Ho invitato il gruppo dei no vax ad uscire dall’area del comizio, ma la Piccinelli aizzava gli altri a resistere. Lei ha tentato ancora di muoversi verso il palco, ma io mi sono messo davanti a lei che ha cercato più volte di investirmi fisicamente. Poi è indietreggiata ed è stata accompagnata all’esterno dell’area del comizio, ma ha cercato ancora di rientrare, andando addosso ad un agente della Digos, spingendolo e strattonandolo. Alla fine la Piccinelli ha raggiunto il suo gruppo con cui ha inveito e contestato, e poi se ne sono andati”.
“Il mio assistito non è partito all’attacco”, ha sottolineato l’avvocato Cortellazzi. “Non si è lanciato contro nessuno. E’ la Piccinelli ad essere stata violenta, cercando in tutti i modi la provocazione, urlando, spingendo e strattonando. Sapeva benissimo chi era Pagani. Il mio cliente l’ha solo contenuta, difendendo il palco e prendendosi una gomitata“.
Dopo la lettura della sentenza, la Piccinelli, assistita dall’avvocato Filippo Marioni, ha fatto sapere che ricorrerà in Appello contro la condanna.
Sara Pizzorni