Aggredì una giovane insegnante
per rapinarla: 29enne condannato
Quattro anni e due mesi di reclusione, oltre a 1.200 euro di multa: questa la sentenza nei confronti di un uomo, accusato di avere aggredito una giovane donna, scaraventandola a terra, nel tentativo di rapinarla, dopo aver rubato il cellulare ad un’altra.
I fatti risalgono al 7 dicembre del 2022. A raccontare quanto accaduto, mercoledì mattina, davanti al giudice, è stata proprio la vittima della rapina.
“Stavo andando verso la stazione a piedi, ed ero al telefono con mia madre, quando ho percepito che qualcuno camminava alle mie spalle” ha spiegato. Il tempo di rendersi conto che qualcosa non andava e di girarsi, che si è trovata l’uomo addosso. “Ha cercato di strapparmi il cellulare. Io ho opposto resistenza, e visto che non mollavo mi ha spinto e buttata a terra. A quel punto ho iniziato a urlare”.
La resistenza della giovane, un’insegnante 25enne dello Sraffa di Crema, non ha fatto però desistere l’aggressore. “Mi ha premuto la testa contro l’asfalto, cercando di farmi tacere, e di prendermi telefonino e borsetta”. L’uomo si è accanito contro di lei, colpendola anche con calci e pugni.
“L’istinto mi ha guidato: ho iniziato a scalciare e a tentare di liberarmi, quindi ho afferrato il cellulare che era nelle sue tasche. Il mio gesto gli ha fatto mollare la presa, e sono così riuscita ad alzarmi e a correre via”.
Allora il malvivente, che è poi risultato essere un 29enne della Costa d’Avorio, è scappato. La giovane è stata soccorsa e trasportata poi in ospedale, dove l’hanno dimessa con 25 giorni di prognosi.
Successivamente la ragazza aveva riconosciuto il suo aggressore attraverso un fascicolo fotografico, sottopostogli dagli investigatori, che erano così riusciti a dargli un nome e un volto.
“Ho avuto una gran paura. Io urlavo, ma nessuno osava avvicinarsi” ha raccontato ancora la giovane, costituitasi parte civile attraverso l’avvocato Carlo Ferreri del foro di Marsala, che era arrivata a Crema da soli 2 giorni, per lavorare a scuola, come insegnante di laboratorio odontotecnico.
“Per parecchio tempo ho avuto attacchi di panico ed ansia. Questo evento mi ha traumatizzato e ho vissuto per tanto tempo con la sensazione di essere sempre in pericolo” ha detto la donna al giudice.
Peraltro l’aggressore si era reso responsabile, pochi minuti prima, del furto di un altro telefono cellulare, strappato dalle mani di un’altra donna.
Al termine dell’udienza, il pubblico ministero ha chiesto una pena di 4 anni e un mese, ma il magistrato ha ritenuto di applicare una condanna più severa.
LaBos