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Pippo Ricci, il “Robin” del basket
incanta Crema ai Mondi di carta

Un momento della serata nella sala Pietro da Cemmo di Crema

Una serata di parole, ricordi e autenticità. Nella sala Pietro da Cemmo del Museo Civico di Crema, la rassegna “I Mondi di Carta” ha ospitato la presentazione di “Volevo essere Robin”, l’autobiografia di Pippo Ricci, capitano dell’Olimpia Milano e protagonista della Nazionale italiana. A dialogare con lui Luca Consolati, redattore di Basketuniverso.it e speaker della Pallacanestro Crema, in un incontro organizzato in collaborazione con Pallacanestro Crema e Orzi Basket.

Dopo i saluti iniziali della società e dell’assessore allo sport Walter Della Frera, che ha ricordato il passaggio a Crema della fiaccola olimpica il prossimo 17 gennaio, la serata si è aperta in un clima di partecipazione e curiosità. Tanti appassionati, molti giovani, atleti e famiglie riuniti per ascoltare un campione che ha scelto di raccontarsi senza filtri.

“È un posto incredibile, davvero bellissimo — ha detto Ricci guardando la sala —. Ho già fatto diverse presentazioni, ma in una cornice così storica e accogliente non ero mai stato. In questo libro mi sono messo completamente a nudo. Racconto tanto di me, e sono felice se chi lo legge ritrova un pezzetto di sé”.

Volevo essere Robin”, spiega, nasce da una fotografia di carnevale del 1994: “Ero vestito da Robin, mio fratello da Batman. Forse già allora mi sentivo più a mio agio nel ruolo di chi affianca, sostiene, costruisce. È una metafora che mi accompagna da sempre: non si è meno importanti solo perché non si è Batman. Anzi”.

Durante l’incontro, Ricci ha ripercorso le tappe più significative della sua storia: dagli inizi difficili, da ragazzo impacciato e in sovrappeso, alla lunga gavetta nelle serie minori, fino ai trionfi con Vanoli, Virtus e Olimpia e alla maglia azzurra della Nazionale. Un cammino segnato anche dalla volontà di dare qualcosa in più: fuori dal campo, con la creazione di Amani Education, associazione nata per sostenere i giovani in Tanzania attraverso lo sport e l’istruzione.

Consolati ha guidato il racconto alternando aneddoti e riflessioni, come il ricordo della partita Italia-Porto Rico ai Mondiali 2023, quella che Ricci definisce “la più bella della mia carriera”: “Dovevamo vincere per entrare tra le prime otto del mondo — ha ricordato —. Finisco da MVP e portiamo l’Italia ai quarti. È stato un momento incredibile, una soddisfazione immensa. Solo indossare quella maglia azzurra vale tutto”.

Poi un pensiero al passato: “Quattro anni prima, nel 2019, ero stato escluso all’ultimo da Meo Sacchetti. È stato il mio primo vero mondiale, anche se non l’ho giocato. Da lì ho imparato che ogni caduta può diventare un punto di partenza”. Tra i momenti più sentiti, l’omaggio a Giorgio Armani e il saluto a Achille Polonara, impegnato nella sua “partita più importante”-. L’incontro si è chiuso tra applausi, con Ricci come sempre disponibile e sorridente.

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