Droga, estorsioni e un ordigno
esplosivo: 6 anni a ex latitante
Il 9 aprile scorso, gli agenti del Commissariato di Crema e i colleghi della polizia di frontiera dell’aeroporto Orio al Serio di Bergamo avevano arrestato un latitante albanese sul quale pendeva un ordine di custodia cautelare in carcere emesso dall’autorità giudiziaria di Cremona.
La lunga indagine aveva permesso di appurare le numerose attività illecite in cui Klinti, 24enne albanese, ex promessa del calcio, ora rinchiuso nel carcere di Bergamo, era coinvolto assieme ad altre tre persone: Michael, cremasco di 28 anni, Emiljano, 28enne albanese, e Gianni, 38enne milanese. Contestati a vario titolo reati di estorsione, stalking, traffico di sostanze stupefacenti e detenzione illegale di un ordigno esplosivo.
Oggi il giudice per l’udienza preliminare, nel processo con il rito abbreviato, ha condannato il 24enne albanese, assistito dall’avvocato Luca Avaldi, a 6 anni e 2 mesi e 22.000 euro di multa, mentre il connazionale di 28 anni, difeso dall’avvocato Doriano Aiolfi, ad una pena di 4 anni. Il milanese è stato invece rinviato a giudizio per un solo capo di accusa, quello di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Non luogo a procedere, invece, per il possesso dell’ordigno. La posizione dell’altro imputato cremasco è stata stralciata per un vizio di notifica. La vittima, un 50enne cremasco, non si è costituita parte civile.

Quando era stato arrestato, Klinti non aveva una residenza stabile ed era solito entrare e uscire dal territorio nazionale. Dal 2018 al 2020, a Crema, il 24enne aveva ceduto ad un cliente cremasco cocaina ad un prezzo che oscillava tra i 60 e i 70 euro per tre grammi, per un quantitativo totale di 250 grammi di stupefacente per un controvalore di 15.000 euro. Dal settembre del 2023, in concorso con il 28enne cremasco, che si occupava della consegna di cocaina, aveva effettuato con lo stesso cliente due cessioni di 5 grammi del costo di 300 euro ciascuna, in entrambi i casi mai corrisposto. Per questo motivo i due albanesi e il cremasco avevano cominciato a minacciarlo con plurimi messaggi minatori, con minacce di morte rivolte non solo al cliente, ma anche ai suoi genitori. In due occasioni, sia il 24enne albanese che il 28enne cremasco si erano presentati sotto la sua abitazione, pretendendo la consegna del denaro. Non trovandolo, avevano minacciato di morte il padre.
Il 23 marzo del 2024 Michael era riuscito a farlo salire a bordo della propria auto con l’intenzione di condurlo in un capannone dove l’altro imputato, il 28enne albanese, lo avrebbe atteso armato di mazza. “Ti diamo tante di quelle botte che finisci su una carrozzina“. Per paura, la vittima si era lanciata fuori dalla macchina mentre era ferma al semaforo. L’uomo, poi, era stato costretto a consegnare la somma complessiva di 2.000 euro del debito di droga.
Durante l’indagine, nel maggio nel 2024, nell’abitazione del milanese, che ospitava l’allora latitante Klinti nella sua casa di Castelleone, gli inquirenti, oltre a cocaina e hashish, avevano trovato, nascosto in uno zaino nero in camera da letto, materiale esplosivo: “un ordigno di fattura artigianale color marrone e del peso di 1,111 kg contenente circa 800/900 grammi di sostanza attiva, di cui è stata accertata la micidialità“.
Sara Pizzorni