Bergamaschini: “Sui temi delicati
serve maggiore condivisione”
Il consigliere comunale della Lega a Crema Andrea Bergamaschini è tornato sul tema relativo alla figura dell’educatore sociale nelle carceri. Nel farlo ha criticato una scelta fatta alcuni mesi fa, quando la consigliera del Partito Democratico Nancy Pederzani aveva promosso un incontro sul tema, al quale aveva partecipato anche Teresa Caso, presidente della Commissione Politiche Sociali. L’incontro e il confronto però non erano stati allargati a tutti i consiglieri.
“Lunedì, in Consiglio Comunale, si è discusso della mozione del consigliere Giuseppe Torrisi sull’attivazione della figura dell’Assistente/Educatore Sociale nelle carceri, tema di grande rilevanza che merita un ringraziamento sincero per la sensibilità dimostrata e per aver portato all’attenzione dell’aula una questione che tocca profondamente il tessuto sociale.
Desidero però sottolineare con fermezza un episodio che considero grave sul piano istituzionale. Nei mesi scorsi, la consigliera del Partito Democratico Nancy Pederzani ha promosso un incontro sul medesimo argomento, scegliendo di invitare solo alcune figure da lei ritenute opportune, escludendo di fatto gran parte dei consiglieri. Tra gli invitati figurava anche la presidente della Commissione Politiche Sociali, Teresa Caso, la quale ha dichiarato di aver partecipato a titolo personale. Tuttavia, la sua presenza è stata presentata in maniera ambigua e strumentale, come se rappresentasse formalmente la Commissione da lei presieduta.
Si tratta di un comportamento che non può essere minimizzato: un presidente di commissione non può permettersi di oscillare tra ruolo istituzionale e scelta personale a seconda delle convenienze del momento. La presidente Caso, accettando di partecipare a un’iniziativa di parte senza pretendere l’allargamento del confronto a tutto il Consiglio, ha compiuto un vero e proprio sgarbo istituzionale nei confronti dei colleghi commissari che fan parte della commissione da lei presieduta e dell’assemblea stessa, che rappresenta l’intera comunità.
È inaccettabile che, su un tema così delicato e trasversale, si scelga deliberatamente di escludere i consiglieri e di non condividere un percorso comune. Chi ricopre un ruolo istituzionale ha il dovere di farsi garante della collegialità e della trasparenza, non di prestarsi a logiche di parte. Per questo ho ribadito la necessità di un metodo diverso: incontri periodici, condivisi e realmente aperti a tutte le forze politiche, con il contributo di professionisti del settore, affinché questo tema non venga ridotto a una passerella politica ma diventi un percorso serio, costante e costruttivo nell’interesse della collettività”.