Pederzani su Torrisi: “Rifiuta
il percorso comune”
“Fratelli d’Italia, per voce del consigliere Torrisi, dimostra una grande superficialità nell’affrontare un tema complesso e articolato”, così la consigliera comunale del Partito Democratico, Nancy Pederzani, ha commentato quanto accaduto nell’ultimo Consiglio comunale durante la discussione della mozione “Assistente-educatore sociale nel carcere”.
Nel testo, Torrisi proponeva, tra gli altri punti, di trasferire all’interno del carcere gli educatori e gli assistenti sociali del Comune di Crema e di Comunità Sociale. Una richiesta che, osserva Pederzani, non si limita a ignorare un principio fondamentale, ossia “l’organizzazione e la gestione del personale penitenziario è competenza esclusiva dello Stato”, ma “rappresenta anche un evidente tentativo di scaricare sul Comune responsabilità che non gli spettano”.
“Un’operazione del genere significherebbe sottrarre risorse preziose ai servizi sociali e educativi che oggi lavorano sul territorio. È chiaro a tutti quali conseguenze avrebbe: meno personale a disposizione per famiglie, minori e situazioni di fragilità. Non è accettabile mettere in competizione bisogni così delicati”, ha sottolineato la consigliera.
“La nostra volontà come maggioranza era quella, comunque, di cogliere l’occasione per avviare un percorso unitario sul tema del carcere. Il consigliere Torrisi ha rifiutato”, ha riportato la consigliera Pederzani.
Di fronte a questa chiusura “la maggioranza ha scelto un approccio diverso, presentando una mozione incidentale che affronta il tema in maniera più ampia: non solo la funzione rieducativa della pena, ma anche le criticità strutturali del carcere di Ca’ del Ferro, documentate dai dati ufficiali del Ministero della Giustizia aggiornati al 28 settembre valorizzando al contempo i progetti già attivati dal Comune di Crema, sempre nel rispetto delle competenze di Stato, Regioni e Comuni.
La struttura ospita infatti 589 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 394 posti, con un tasso di sovraffollamento che supera il 49%. A questo si aggiunge la carenza di organico: sono in servizio 177 agenti di Polizia Penitenziaria rispetto ai 202 previsti, 14 unità di personale amministrativo contro le 23 previste e soltanto 6 educatori effettivi, in linea con quanto previsto dalla pianta organica ma del tutto insufficienti rispetto ai bisogni della popolazione detenuta in sovraffollamento”.
“La nostra proposta partiva dall’analisi dell’esistente e dai reali margini di intervento dell’amministrazione comunale. Torrisi ha invece rifiutato questo percorso unitario, scegliendo la scorciatoia degli slogan vuoti per cavalcare il tema della sicurezza, piuttosto che un confronto serio e basato sui dati”, ha evidenziato Pederzani.
Per la consigliera, la questione non è solo di metodo, ma anche politica: “Torrisi ha deciso di ritirare la mozione quando era evidente che le sue richieste, relative allo stato attuale di carenza di personale della Casa Circondariale di Cremona, dovevano essere rivolte in prima battuta al governo nazionale, guidato dal suo stesso partito, e non al Consiglio comunale”.