Beauty Days, Bergamaschi:
“Crema riconosciuta nel mondo”
Sul palco dei Crema Beauty Days in piazza Duomo, il sindaco Fabio Bergamaschi ha raccontato tutte le curiosità e gli obiettivi dell’evento guidato dalle domande del giornalista di CR1 Simone Guarnaccia. Di seguito le sue dichiarazioni.
Da sindaco quanto fa piacere vedere così tanto entusiasmo e partecipazione per gli eventi che proponete?
“È un piacere enorme vedere una piazza così brulicante di persone non solo del territorio. L’obiettivo degli ultimi anni è stato proprio quello di intercettare persone anche più lontane con un evento che faccia parlare di sé anche in platee più ampie. Legarci con Milano Neauty Week è stato strategico. Il tema è portare proprio la nostra identità, qualcosa che è riuscito come eccellenza Made in Italy. Negli Stati Uniti parlano del beauty di Crema, una consapevolezza che non avevano gli stessi cremaschi. I Crema Beauty Days fanno parte di un insieme di attività per cui Crema in questi anni ha assunto una dimensione di vetrina più grande di quella che era la sua consuetudine. Merito della parte pubblica che crede nella sua potenzialità, ma merito anche di ciò che la città esprime con realtà private e culturali che alimentano il confronto col pubblico. Iniziativa nata e proposta dal Comune per valorizzare il tessuto cosmetico cremasco. A volte sono queste realtà a chiedere al Comune di avere uno spazio in cui potersi esprimere”.
Seconda edizione dei Crema Beauty Days: quanto è importante dare continuità a manifestazioni che portano interesse per la città?
“Sarà fondamentale dare continuità perché se il tema dei Beauty Days è quello di riconoscibilità di una città, Crema città della bellezza come tema territoriale, non deve essere un fuoco di paglia. Ci sono le condizioni per dire che non lo sarà. La prima edizione è stata la scommessa e il dire “buttiamoci con risultati notevoli”. Questo primo giorno e mezzo ha già dato dei numeri notevoli. Il fatto di aver dato subito una continuità l’anno successivo nello stesso periodo dell’anno afferma nelle persone l’appuntamento. Fondamentale per dare profondità di prospettiva a questa manifestazione che penso abbia ancora tanto spazio per crescere”.
Rispetto alla prima edizione, cosa avete scelto di aggiungere quest’anno? Quali elementi possono migliorare un prodotto che già ha dimostrato il suo valore?
“Quest’anno abbiamo confermato tutto il palonsesto dello scorso, fabbriche aperte, visite aziendali che possono essere curiose. Ho avuto esperienze di lavoro nel mondo della cosmesi e immagino che l’avvicinarsi per chi non lo ha fatto può essere interessante aprire la porta dell’industria che vede nella quotidianità e nel prodotto. Abbiamo mantenuto il Mapping che è la firma di questa manifestazione, ma serve sempre qualcosa di nuovo per non ripetersi. Quest’anno la novità sono Diego Dalla Palma e l’Estetista Cinica. Capisaldi del beauty, personaggi, top player come produttori, imprenditori e divulgatori. Abbiamo fermato qualcuno che verticalizzasse per rendere riconoscibile Crema città della bellezza. L’Estetista Cinica ha 1 milione di follower su Instagram e parla di Crema, questo vuol dire che si parla della città a platee molto ampie”.
Siete soddisfatti di come stanno procedendo queste ore dei Crema Beauty Days?
“Bilancio positivo, ci crediamo,ci puntiamo e vediamo quello che speravamo di vedere. Ieri sera una piazza attenta e curiosa ha aspettato questo ripetersi della magia del Mapping. Una persona mi ha detto “stasera è una di quelle volta in cui mi sento orgoglioso di essere italiano” perché non aveva mai incrociato questa realtà. L’obiettivo è questo, la consapevolezza di essere un’eccellenza in un ambito non scontato e questa persona ha avuto l’occasione di approfondire”.
L’industria cosmetica rappresenta un’eccellenza per il Made in Italy, quanto è motivo d’orgoglio per Crema e più in generale il territorio cremasco?
“Grandissimo motivo d’orgoglio, lo stesso che ho captato negli anni recenti quando si tessevano e approfondivano relazioni con la realtà industriale protagonista dell’ambito che va avvicinata e metterla al centro della scena. Stesso orgoglio di coloro che da tanti anni lavorano nel settore hanno addidituto a una presentazione di crema rappresentata a Santa Monica a Los Angeles, in Asia con le fiere più importanti del mondo legate alla cosmesi e crema che viene citata come centro importante. Questo orgoglio e consapevolezza possiamo affermarlo in platee più ampie, in una visione di cultura bellezza benessere che va oltre l’estetico e l’effimero”.
Il cluster della cosmesi è un tema a voi caro: in questo senso la collaborazione e l’appoggio di Regione che peso hanno nella progettualità del settore e quali novità potrà portare nell’immediato?
“Fondamentale, il 67% della produzione della cosmesi nazionale è lombarda. Dato che dice tutto, un quadrilatero composto da Crema, Monza, Lodi, Bergamo. Vuol dire qualcosa di estremamente significativo come tema del Pil e di opportunità, carriere, vita e benessere della persone. Obiettivo di Crema è questo, qualità della vita, poter mantenersi, vivere, dare una famiglia godendo della vicinanza anche di milano. Cluster significa distretto industriale, formazione, ricerca, ZIST riguarda lo sviluppo. Due mondi sovrapposti che riconoscono da parte di Regione un bollino che ci identifica e dà accesso anche a fondi, pure europei, che aiutano lo sviluppo. Nuovi insediamenti si aggiungono a quelli già presenti perché ci sono imprenditori, lavoratori, ricercatori già preparati. “Capitale umano” già formato e preparato. Non è solo una medaglia quindi il bollino ZIST e Cluster, ma significa certificare, e ciò porta ulteriori investimenti”.
I giovani del territorio hanno un’opportunità grazie allo sviluppo economico nel Cremasco della cosmesi. Voi avete puntato tanto sui corsi ITS: sta funzionando come formula per garantire un accesso migliore al mondo del lavoro?
“Gli ITS penso che nascano esattamente con questa finalità, non può essere “la serra delle imprese”, cioè la difficoltà di mondi molto industriali molto specializzati è quella di trovare persone adeguatamente formate e preparate. Il farlo al proprio interno, internalizzare costi, aggrava appesantimenti che le imprese di necessità e virtù affrontano, invece c’è una filiera che accompagna dall’esterno e fornisce un personale già formato. È un prodotto di informazione, usiamo anche questi temi, “un prodotto persona formato adeguatamente” in ambito professionale dal punto di vista della formazione tecnica. Questo comporta dell’efficienza dal punto di vista industriale che ha modo di generare nuovi e diversi investimenti e il tema degli ITS è proprio quello di incrociare la domanda offerte di lavoro. Ci sono segnali molto positivi, perché i corsi stanno aumentando e anche la nostra fondazione ITS Academy Cremona Italy ha avuto davvero una crescita esponenziale in pochissimo tempo. Bisogna capire se questa crescita si consolidi, se possa rendersi strutturale a livello nazionale”.
Restando sugli ITS, nel presente come rispondono i giovani del territorio?
“Positivamente, lo abbiamo visto anche stamattina ai punti di informazione. Pieno di giovani interessanti e che hanno capito che ci sono dei percorsi che creano futuro. Non per tutti certo, ma è una carta di formazione che può interessare a qualcuno di loro anche tra superiori e università”.
L’ha già sottolineato più volte il valore della collaborazione e della vicinanza, anche ideale, con Milano. Che peso può avere anche sul lungo periodo?
“È normale che si debba trovare la chiave di lettura per fare in modo di intercettare anche altre opportunità, non solo di assorbire le opportunità che Milano offre, ma diciamo anche dal resto della Lombardia, perché terra di opportunità lavorative, ma non solo di una dimensione che è quella della metropoli milanese che si frequenta anche per svago, ma di intercettare anche un bacino di attenzione all’inverso. Dopo il film di Luca Guadagnino a Crema arrivano coreani, argentini, giapponesi, cinesi, americani, canadesi, ma pochissimi milanesi. Il milanese conosce poco la dimensione di Crema. Quindi legarsi a Milano Beauty Week è importante per due fattori: il primo è che la nostra manifestazione ha la forza e le spalle larghe per stare in piedi da sola, si fonda sulla convinzione del Comune di Crema, della Camera di Commercio di Cremona e soprattutto del comparto industriale del Cremasco che vive di vita propria e non ha bisogno di Milano Beauty Week, ma ci leghiamo per intercettare tutte le opportunità, la promozione del valore della cultura e della bellezza, ma anche quello proprio di essere capaci di far conoscere il tema di Crema, il nome di Crema, le cose che vengono offerte da questa città”.
State portando avanti questo progetto con idee chiare e anche concrete: cosa avete in mente per il futuro?
“Consolidarlo, mantenerlo e implementarlo ogni anno, con qualche piccola novità. Anche la riconoscibilità di un festival è la ripetitività dello stesso, però per attrarre dall’esterno ci si immagina che qualche visitatore che quest’anno possa essere seguito da qualche altro visitatore che arrivi l’anno prossimo. Se invece allarghiamo il discorso al tema, come penso sia anche opportuno, della cosmesi a tuttocampo, noi sappiamo che ci sarà una manifestazione di interesse da parte della Lombardia tra la costituzione di quelle che dicevo prima le zone di innovazioni sviluppo, quindi la promozione dei distretti industriali da parte della Lombardia, ci stiamo preparando per la candidatura. Lo stiamo facendo come città, lo stiamo facendo come territorio. Stiamo lavorando molto bene tra sindaci, al di là delle appartenenze politiche. In questi anni penso che davvero un tratto caratterizzante sia stata la capacità di riconoscere il valore sociale e politico di alcune progettualità. Si sta preparando con Consorzio.it una candidatura al bando dello Zist per fare in modo che oltre al Cluster, che sembra davvero che manchi soltanto una formalità ministeriale, ci sia quella della zona di innovazione-sviluppo e questo può essere foriero di tante opportunità di attrazioni di investimenti, ma anche investimenti infrastrutturali. Adesso è soltanto una suggestione, non vendiamola come un progetto, però immaginare che la cascina della Pierina possa diventare un domani la sede della Cosmetica regionale non è una velleità”.