Immagini online senza consenso,
Casarotti: "Importante denunciare"
Dibattito sempre più acceso sulle recenti vicende legate alla chiusura di una pagina Facebook “Mia Moglie” e del sito internet “Phica.eu” per la diffusione non autorizzata di contenuti sessualmente espliciti e immagini di ignare donne, che hanno scoperto le loro foto pubblicate senza consenso, e corredate da commenti sessisti e spesso svilenti e oggettivanti.
Si tratta di un’indagine che la Polizia Postale sta portando avanti a livello nazionale. In alcuni casi si trattava di video girati con il consenso del coniuge, che però non aveva mai dato il via libera alla pubblicazione. In molti altri, addirittura, erano immagini rubate, video o foto riprese di nascosto: alla moglie o compagna, alla sorella, alla vicina di casa, addirittura alla figlia o alla nipote, e via di seguito.
“Innanzitutto è bene ricordare che quando si acconsente a girare foto e video di questo tipo, il rischio che poi venga diffuso e divulgato senza averne cognizione è estremamente elevato” spiega Alberto Casarotti, comandante della Polizia Postale.
Nella vicenda in oggetto si possono configurare diversi tipi di reato. “Sicuramente c’è il reato di revenge porn nel momento in cui la vittima non è a conoscenza della pubblicazione e divulgazione di materiale sessualmente esplicito, e non l’ha autorizzata” spiega ancora Casarotti. “Si configura invece il reato di diffamazione laddove vengono postati, sotto queste immagini, commenti sessisti o altamente offensivi. Se poi le riprese sono state fatte addirittura all’insaputa della vittima, il reato è ancora più grave”.
Non in ultimo, evidenzia ancora il comandante della Postale, “non dimentichiamo che la pubblicazione di materiale pornografico che riguarda persone minore di anni 18 configura il reato di divulgazione di materiale pedopornografico“. Che di fatto, è il più grave.
In casi come questi, la prevenzione è sempre la prima arma: “Evitiamo di farci riprendere o di concedere al partner l’autorizzazione a fare scatti o video di nudo” spiega Casarotti. “Il nostro partner ci vede ogni giorno e non ha certo bisogno di avere un video o una foto dove veniamo ritratti in atteggiamento sessuale. Anche perché se diventiamo protagonisti di immagini che ritraggono la nostra intimità, corriamo sempre il rischio che tali immagini possano essere perse, anche solo quando si smarrisce il cellulare, essere sottratte, o essere condivise dal partner stesso qualora la relazione finisca male”.
Quando invece il danno è fatto, è fondamentale denunciare, sempre e comunque. Anche per questo l’invito a tutte le persone che sono venute a conoscenza della pubblicazione di proprie immagini intime sui siti o social di cui si sta parlando, ma anche in altri spazi, è “di presentare denuncia, presso tutti gli uffici di polizia, carabinieri o altre forze dell’ordine. Senza una denuncia, per noi diventa difficile intervenire, proprio perché non possiamo sapere se c’è il consenso o meno alla pubblicazione di quelle immagini. E soprattutto, in questo modo, possiamo anche lavorare per farle rimuovere dalla rete”.
Laura Bosio