Comunità di pianura:
un riconoscimento possibile
“Area omogenea: un territorio più unito per una Provincia più forte”. Questo il titolo del primo incontro pubblico dello spazio ‘Dibattiti’ che si è tenuto sabato 23 agosto all’interno della festa del Partito Democratico, ad Ombrianello. Al centro del dibattito, moderato dal giornalista Dario Dolci, il ruolo delle aree omogenee, a partire da quella cremasca che ha fatto da apripista, come sorgente di sviluppo di un territorio capace di rispondere in modo adeguato alle richieste di servizi dei cittadini, del piccolo comune come di quello più grande.
E’ toccato a Gianni Rossoni, sindaco di Offanengo e Presidente dell’Area Omogenea Cremasca raccontare la storia dell’area omogena cremasca dalla sua nascita, grazie alla legge Delrio del 2014, che ha definito le aree omogenee, fino all’ approdo odierno, che raggruppa 48 comuni del territorio cremasco che condividono progetti, risorse e servizi. La vera forze dell’ area omogenea è la rete dei comuni. “Crema è forte se il territorio è forte – ha sottolineato Rossoni -. La vera sfida è dare servizi di qualità ai comuni, da quello più piccolo a quello più grande,perché tutti devono avere le stesse possibilità”.
Braccio operativo dell’ Area Omogena Cremasca è Consorzio.it, società in house partecipata dai comuni di cui ha parlato l’Amministratore Delegato, Bruno Garatti.
“Gestiamo i servizi per conto dei comuni – ha spiegato Garatti- Ogni giorno abbiamo richieste su singoli servizi per supportare i comuni di varie questioni. Spesso tuttavia i comuni non hanno all’interno le competenze per offrire servizi di qualità. La nostra società è più snella, flessibile, innovativa e capace di attrarre quelle competenze che i comuni, per tutta una serie di motivi, non riescono più ad intercettare. Offriamo servizi all’altezza delle aspettative sia che il cittadino abiti a Crema sia a Torlino”.
L’area omogena cremasca è stata il modello a cui ispirarsi per il vicepresidente della provincia di Cremona, Luciano Toscani. “A giugno – ha detto il vicepresidente Toscani – abbiamo costituito ufficialmente le aree omogenee cremonese e casalasca. Siamo all’inizio di un percorso che nel cremasco è già stato compiuto e realizzato. Un percorso non scontato ma le premesse ci sono. Serve un ente, un braccio operativo che organizzi i servizi come ha fatto Consorzio.it con il cremasco. C’è “Casalasca servizi”, “Centro Padane”, “Aem di Cremona”. Non escludo che Consorzio.it possa erogare servizi anche a comuni fuori dal territorio cremasco che possono diventare soci”.
Cinzia Fontana, vicesindaca di Crema ha invece sottolineato il ruolo e la forza della politica nella costituzione dell’area omogenea cremasca. “Funziona – ha ribadito Fontana – perché tutti i sindaci di partiti diversi si sentono rappresentati. I comuni non possono parlare di rete da soli. Ora possiamo parlare di gestione associata dei servizi. Il piccolo paese deve avere le stesse opportunità del comune più grande. I comuni e la politica devono far accadere le cose attraverso gli strumenti che sono Comunità Sociale Cremasca, Consorzio.it, Reindustria. Abbiamo l’ambizione di essere un modello di sperimentazione e tutti i sindaci del territorio devono sentirsi protagonisti”.
A concludere il dibattito e indicare la strada per il futuro il Presidente della Commissione Regionale Autonomie Locali, Giovanni Malanchini. “ Le aree omogenee non sono sufficienti. Il tema vero è l ‘istituzione delle comunità di pianura, così come ci sono le comunità montane. E’ necessario un riconoscimento da parte di Regione Lombardia dell’identità politica, sociale ed economica delle comunità di pianura. E’ la politica che deve imporre ai cittadini come vivere o dobbiamo rispettare la sussidiarietà, riconoscere quello che c’è di buono sul territorio ?- Si chiede Malanchini- Bisogna arrivare al riconoscimento di una forma istituzionale che abbia autonomia economica, istituzionale, organizzativa: la comunità di pianura “.
Sabrina Grilli