Cronaca

Weekend tragico nei fiumi, l'esperto:
"Ecco come evitare rischi"

I soccorsi per il giovane Karim e a destra Alberto Lancetti

Le tragedie degli ultimi giorni, che hanno visto la morte di due giovani annegati nel fiume Adda,  riaccendono i riflettori sulla pericolosità dei nostri fiumi, soggetti a mulinelli e a correnti improvvise, e su quanto possa essere sconsigliato sfruttarli per la balneazione, o comunque su quanto sia importante prestare particolare attenzione.

Un fine settimana tragico quello appena trascorso: oltre alle morti nell’Adda, altre due tragedie hanno segnato i corsi d’acqua lombardi, con l’annegamento di un 24enne nel Ticino e quello di un altro giovane della stessa età nel bacino idrovoro a Moglia, nel Mantovano.

“Il fiume è imprevedibile” spiega Alberto Lancetti, delegato del Coni per la provincia di Cremona ed esperto di nuoto in acque libere. “Se anche apparentemente possiamo vedere un ambiente tranquillo, fresco e accogliente, basta mettere un piede in fallo per cadere ed essere trascinati dalla corrente. Allo stesso modo si rischia se ci si addentra troppo, immergendosi nell’acqua fino alla cintola. Il fiume spesso è pieno di insidie, per cui è facile essere colpiti da rami o rocce sporgenti. E a quel punto interviene il panico, soprattutto in persone che magari non hanno un’abilità natatoria sufficiente. Questo porta istintivamente a lottare contro la forza del fiume, contro cui, però, nulla è possibile”.

Dunque ricercare refrigerio nelle acque dei fiumi è un errore? Non a prescindere, ma è necessario utilizzare il buon senso: “Sicuramente ci si può approcciare al fiume in una zona dove l’acqua è tranquilla e ferma, addentrandosi al massimo fino alle ginocchia” spiega il delegato Coni. “Da evitare invece assolutamente le zone in cui c’è corrente, perché il rischio di inciampare ed essere trascinati via è alto”.

A questo proposito, un altro errore da non commettere è buttarsi nel fiume per cercare di salvare qualcuno se non si ha una adeguata preparazione. “E’ un atteggiamento molto pericoloso. Nella corrente del fiume è già difficile gestire se stessi, anche se si è abili nuotatori, perché sono situazioni alle quali nessuno è preparato. Saltare nel fiume per aiutare una persona che sta annegando è molto pericoloso se non si sa cosa si sta facendo. Chi si occupa di soccorso ha delle competenze apposite, per essere in grado di gestire anche situazioni del genere”.

Laura Bosio

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