Vitalizi consiglieri regionali
Piloni e Vitari aderiscono
Sono 35 i consiglieri regionali (su un totale di 80) che hanno fatto domanda per ricevere il vitalizio una volta raggiunti i 65 anni, secondo le nuove regole varate dal Consiglio regionale lo scorso marzo, quando è stato ripristinato questo strumento, con una novità rispetto al passato: l’erogazione non scatta più automaticamente una volta raggiunta l’età, ma deve essere attivata dai singoli comunicando la propria adesione alla Regione.
L’elenco completo dei consiglieri che hanno aderito è stato visionato da Il Fatto Quotidiano che per primo ha pubblicato ieri la notizia.
La scadenza per la presentazione della domanda era appunto la fine di luglio; il sistema prevede una trattenuta di circa 600 euro al mese dalle rispettive indennità.
Tra i consiglieri cremonesi hanno aderito il leghista Riccardo Vitari e il Dem Matteo Piloni; non così, invece Marcello Ventura di FdI.
Il dato politico è che a marzo, quando venne discussa la norma, il capogruppo del Pd Pierfrancesco Majorino aveva votato contro il vitalizio dicendo che “Noi siamo contrari, è un provvedimento che non riteniamo né necessario né prioritario”.
Così Matteo PIloni spiega la sua scelta: “Non credo sia sbagliato prevedere che il reddito di un consigliere regionale venga ridotto dell’8,8% ai fini contributivi pensionistici come avviene per altri lavori. Prima di questa legge io già in autonomia accantonavo delle risorse del mio stipendio ai fini pensionistici”, spiega Piloni.
“Ora che c’è anche questa possibilità prevista dalla legge regionale, mi vedrò quindi ridurre l’indennità mensile dell’8,8% che, essendo già a metà legislatura, diventerà del 17,6% da settembre 2025 a febbraio 2028.
Essendo in aspettativa inoltre dal mio lavoro privato, oltre a questa trattenuta verserò anche tutti i contributi pensionistici del mio lavoro privato, fino ad oggi a carico invece dello Stato.
“Nel mio caso significa quindi una riduzione del reddito mensile da settembre 2025 di circa 1350 euro per avere un’indennità differita dai 65 anni di circa 350 euro netti al mese. Questo nel mio caso. Infatti l’applicazione della norma varia in base alla differente condizione lavorativa. Riduzione mensile che da settembre mi sarà applicata costituendo, di fatto, una sorta di fondo a fini pensionistici.
“Aggiungo – conclude Piloni – che dalla segreteria del consiglio regionale mi è stato comunicata la possibilità di non rendere pubblica questa scelta. Cosa che non ho in alcun modo preso in considerazione in quanto si tratta, appunto, di una forma previdenziale”.