Politica

Rivolta, caso Sgroi: Pd
e minoranza chiedono le dimissioni

La minoranza di Rivolta D’Adda torna ad alzare la voce sulla vicenda relativa all’arresto di Giovanni Sgroi, sospeso dal Prefetto ma non ancora dimesso ufficialmente dall’incarico di sindaco del paese.

“Dopo la notizia – si legge nel comunicato – come consiglieri di minoranza, a partire dai giorni immediatamente seguenti, abbiamo cercato un’interlocuzione con alcuni componenti della maggioranza consiliare per capire se fossero disposti a presentare congiuntamente una mozione di sfiducia al Sindaco o a dimettersi insieme a noi al fine di fare cadere il Consiglio”.

Tentativi che però, secondo il racconto dell’opposizione rivoltana, sono stati infruttuosi e che dunque il tema è stato rilanciato in consiglio il mese successivo, chiedendo le dimissioni della maggioranza e la conseguente presa di distanza.

“Abbiamo deciso di avviare questa interlocuzione pubblicamente – ha fatto presente la minoranza – facendo un nuovo appello alle dimissioni di almeno metà dei consiglieri comunali (serve che ci si dimetta almeno in sette, e la minoranza è formata solo da quattro persone). Il nostro richiamo è caduto nel vuoto, a nulla è valso dire chiaramente e pubblicamente ciò che pensiamo, ovvero che chi siede oggi in maggioranza, a qualsiasi titolo, perde ogni credibilità se non si discosta pubblicamente dalla figura politica di Giovanni Sgroi e non contribuisce, dimettendosi, a ridare dignità al concetto della rappresentanza pubblica per il paese di Rivolta d’Adda”.

A distanza di due mesi e, soprattutto, le prime ammissioni di parziale colpevolezza di Sgroi per abusi sulle pazienti, il gruppo Rivoltiamo reputa le dimissioni del sindaco imprescindibili.

“Se già stridevano le parole di vicinanza a Sgroi – puntualizza l’opposizione – della Vicesindaca Patrini nei giorni immediatamente successivi all’arresto, ancor più oggi con la cronaca che riferisce di “prime ammissioni sugli abusi”, il silenzio dell’intera maggioranza risulta del tutto inaccettabile per il rispetto dell’istituzione del Comune di Rivolta d’Adda. Nessuno e nessuna delle persone che siedono in consiglio in maggioranza si senta escluso dall’appello”.

La soluzione di un commissario esterno non è un’opzione troppo gradita dalla minoranza, ma che comunque sarebbe disposta ad accettare: “Ribadiamo la nostra volontà di contribuire a cambiare la situazione dimettendoci, pur sapendo che l’arrivo di un commissario non sarà un bene per il paese ma anche consci che si tratta di arrivare alle elezioni della primavera del 2026”.

“Chiediamo, infine, alla società civile di Rivolta d’Adda che in questi mesi ha parlato sempre e solo nel privato, di emergere e fare sentire pubblicamente e senza timore la propria voce” ha concluso l’opposizione rivoltana.

Ad unirsi all’eco del gruppo di opposizione cittadino anche il Pd rivoltano, che chiede le dimissioni per ottenere le elezioni anticipate: “Le recenti notizie apparse sulla stampa locale e nazionale, che riportano una “spontanea parziale ammissione” da parte del sindaco Giovanni Sgroi in merito al caso che lo coinvolge, rendono ormai improcrastinabili le sue dimissioni. La misura è colma. Il sindaco deve lasciare il suo incarico immediatamente. Il rapporto fiduciario tra il primo cittadino e la comunità rivoltana è, nei fatti, definitivamente compromesso. È necessario restituire dignità a Rivolta d’Adda e alla sua cittadinanza. Per questo motivo, ribadiamo con forza la richiesta di nuove e anticipate elezioni”.

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...