Lo sport che supera le difficoltà:
Mario Perez vince a Grosseto
In Italia dal 2006 proveniente da Cuba e a Crema dal 2009, la storia di Mario Miguel Perez Saez è una di quelle da raccontare, a testimonianza di come con forza di volontà, motivazione e tenacia, si riescono a superare difficoltà e barriere fisiche e raggiungere risultati importanti, in questo caso nello sport.
“Sono partito praticando atletica, i 100, i 200 e i 400 metri, poi l’incidente stradale ha aggravato la mia situazione già compromessa, di paraplegico e amputato, e così dalla corse sono passato ai lanci, riuscendo a vincere i campionati societari”, dice orgoglioso Mario Miguel mostrandoci le foto dei successi. Prima ha gareggiato per la Polisportiva Milanese e poi per i Superabili, gruppo sportivo guidato dall’allenatore Marco La Rosa: “Ero nel gruppo dei qualificati per andare ai giochi Paralimpici di Londra nel 2012, e visti i miei personali dell’epoca potevo anche ambire a premiazioni, ma non ero ancora cittadino italiano, e Cuba non mi faceva gareggiare, per cui quel sogno è sfumato”, racconta il quarantaquattrenne cubano, nel frattempo diventato cittadino italiano. “Sono rimasto in questo limbo e dopo, a causa di problemi personali e di salute, sono stato fermo dall’attività sportiva per 10 anni. Da quest’anno ho ripreso a fare un po’ di preparazione fisica generale con l’Over Limits di Crema che ringrazio tantissimo, e poi mi sono tesserato con la società torinese Sempione 82 che mi ha accolto”.
Tuttavia in città e nel territorio, non esistono società sportive che possono supportare la passione di Mario, che nel frattempo allenandosi nel giardino di casa è riuscito a partecipare recentemente presso lo stadio Olimpico “Carlo Zecchini” di Grosseto ai campionati italiani paralimpici assoluti organizzati dalla Fispes (Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali) e nella sua categoria, la F53 è riuscito a vincere, nel lancio del disco, del peso e del giavellotto, con misure personali importanti per la categoria, dai 6,66 metri del peso ai 18,25 del disco.
Restano però le difficoltà per gli allenamenti e per i tecnici che non si trovano, perché per poter praticare i lanci paralimpici è necessario anche un equipaggiamento adeguato, allenatori prepararti e la disponibilità di una pedana che ha delle specificità: “Purtroppo non è uno sport come il calcio, lo sport paralimpico ha delle esigenze particolari, però a 44 anni, per lo sport che pratico sono ancora giovane, perché gli atleti paralimpici hanno sempre un’età superiore rispetto agli altri, nella nostra disciplina non tutti partono da ragazzi, spesso si è condizionati da una disabilità che magari deriva da incidenti, anche se io sono in carrozzina già da piccolo”, racconta Mario Miguel, che però vorrebbe tanto avere la possibilità di proseguire, nonostante le difficoltà logistiche.
Non essendoci in zona società in grado di accogliere la sua passione agonistica è stato costretto a tesserarsi per la società torinese, anche se vista la distanza è difficile vivere una quotidianità di allenamenti, dovendo fare i conti anche con la mancanza di risorse (Miguel non ha un lavoro ndr).
“Sinceramente i risultati che sono riuscito a collezionare sono stati raggiunti allenandomi nei lanci nel giardino di casa. Ora ho ripreso i contatti con il mio vecchio allenatore Marco La Rosa, per provare a impostare un programma di allenamento, perché – dice Marco guardando le medaglie appena conquistate – è un peccato non andare avanti, non era facile riprendere dopo tanti anni di inattività, ora Over Limits mi ha permesso di riprendere una preparazione fisica generale, ma è importante continuare con costanza la parte tecnica legata ai lanci, allenandomi in pista. Nel territorio ci sono diverse società che lavorano con ragazzi che presentano problematiche intellettive e questo è bellissimo, ma non ci sono società che si dedicano a chi vuole fare sport e ha disabilità che sono solo fisiche, bisognerebbe che nel territorio si riuscisse a dare spazio anche a chi ha solo una disabilità fisica, perché è una cosa assurda che devo andare a Torino per fare sport – conclude Mario Miguel Perez Saez – anche se ringrazio tanto la Sempione 82, così come ringrazio l’Italia e Crema che mi hanno accolto da Cuba”.
Ilario Grazioso