Cronaca

Dengue, due casi sospetti:
sarebbero i primi autoctoni

Cresce l’attenzione sui virus portati dalle zanzare sul nostro territorio. Dopo due casi accertati di febbre Dengue a maggio e giugno, ed uno di chikungunya, anch’essa una malattia virale, caratterizzata da febbre e forti dolori, che viene trasmessa all’uomo da zanzare infette, tutti e tre casi già risolti, e tutti riferibili a persone che rientravano da viaggi all’estero, ad oggi – fa sapere il servizio di Medicina di prevenzione dell’Ats Val Padana – vi sono un paio di casi di sospetta Dengue in attesa di conferma dalle analisi di laboratorio.

In questo caso si tratterebbe, se confermati, dei primi casi autoctoni – del 2025 – di contagio dal famigerato virus, ossia contratti in pazienti che non hanno dichiarato viaggi all’estero. Confermerebbero, quindi, la circolazione anche sul territorio cremonese.

Non ci sono invece segnalazioni di casi di West Nile, come spiega Cecilia Donzelli, direttore della struttura medicina preventiva nelle Comunità di Ats, con la quale abbiamo fatto il punto della situazione.

“Nella provincia di Cremona in questi ultimi mesi abbiamo riscontrato tre casi confermati di arbovirosi” ha sottolineato la dirigente medica. “In particolare sono stati due casi di dengue e un caso di chikungunya. Questi tre casi sono casi confermati e tutti e tre hanno riguardato soggetti che rientravano da viaggi in paesi tropicali.

A oggi invece non si sono registrati i casi di West Nile, come infatti si evince anche dal bollettino della sorveglianza arbovirosi del 2025 di regione Lombardia”. Sono invece state rilevate delle positività in un pool di zanzare isolato nel nostro territorio, segno che comunque il virus è già in circolazione.

La situazione resta sotto un attento monitoraggio quotidiano h24 da parte di Ats, ufficio Igiene Ambiente e Regione Lombardia per approfondire i casi sospetti e procedere con le eventuali disinfestazioni.

“Ogni qualvolta ci sono segnalazioni sospette per tali infezioni, scatta subito l’indagine epidemiologica, andiamo ad approfondire la questione con il paziente o con i familiari” conclude la dottoressa Donzelli. “Inoltre abbiamo sensibilizzato e sollecitato sia i pronto soccorso e i medici di medicina generale affinché segnalino anche al minimo sospetto”.

Simone Bacchetta

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