Ponte di Cadorna, Beretta:
"Incontri flop nei quartieri"
“È pesante, direi pesantissimo il flop dell’amministrazione comunale nei quartieri di Castelnuovo, S.Bernardino e Vergonzana”. Ha commentato così l’esito degli incontri per il Ponte Cadorna Simone Beretta, consigliere comunale di Noi Moderati.
Il politico cremasco punta il dito, manco a dirlo, ancora una volta contro il primo cittadino di Crema: “Pesantissimo in modo particolare il flop del sindaco Bergamaschi, quasi senza appello. Non poteva essere diversamente. Non un granello di umiltà nel suo intervento introduttivo. Una prosopopea fuori luogo e come ieri e l’altro ieri nessuna certezza se non affidandola alla dea bendata”.
Le motivazioni della critica sono molteplici, e partono in primis dal ritardo della scelta delle imprese invitate alla gara di appalto: “Un ritardo che potrebbe risultare improvvido. Un impegno ad ascoltare le esigenze di ciascuno, soprattutto mi è parso di capire verso quelli che già da oggi si sa che subiranno danni economici. Ad ascoltarli individualmente dopo averli dimenticati per anni e senza mettere a disposizione dei quartieri ponti alternativi al fine di lenire le tante difficoltà che si presenteranno naturalmente.
In questi quartieri la credibilità del sindaco è oramai al lumicino. Fossi in lui incomincerei ad essere seriamente preoccupato della sua riconferma nel 2027”.
Secondo il consigliere comunale, il sindaco continuerebbe a commettere una serie di errori, cominciata dalla variazione dei progetti, che risultava invece eccessiva: “Un progetto completamente sbagliato nei presupposti tecnici. Basta rileggere i primi capitoli delle relazioni che accompagnano il primo ed il successivo progetto del ponte, anch’esso di fatto cestinato, per scoprire che erano perfettamente identici. Lo stato di degrado (ST2) nei due progetti erano esattamente identici, segno che non erano intervenuti peggioramenti tali da richiedere una modifica”.
“E poi – continua Beretta – fatto fuori l’assessore alla partita come se fosse più colpevole del sindaco che “aggiudicò” la gara per 850.000 euro ecco apparire miracolosamente con il nuovo assessore un terzo progetto che quintuplica i costi rispetto al primo e triplica i costi del secondo. Soprattutto un terzo costosissimo progetto che annullando il secondo certifica che anche quello era carente rispetto all’obiettivo per non dire sbagliato. E Pantalone paga per errori di cui nessuno si assume alcuna responsabilità”.
“Tutto ciò appare logico solo a questa amministrazione. Ma se tanto mi dà tanto non è un eufemismo affermare che ad essere colpevole in primis non può che essere il sindaco – chiosa il consigliere comunale, tornando a puntare il dito sul primo cittadino – Bergamaschi non si rende conto che ogni passo successivo ai precedenti è incommentabile e che ad oggi quello che è rimasto in campo è una terza proposta progettuale che supera i 5.000.000 di euro. Uno sproposito che fa tremare i polsi rispetto da dove siamo partiti. E senza, come già detto, che siano mai cambiati i presupposti per l’elaborazione stessa dei progetti che si sono succeduti. A farne le spese restano in campo i quartieri di S.Bernardino, Vergonzana e Castelnuovo che si vedono privati di serie alternative al fine di ridurre al minimo i disagi che dovranno subire”.
Perplessità da parte di Beretta anche per le tempistiche: “Quattro mesi con la chiusura totale del ponte, altri tre mesi con una chiusura parziale che non modificherà la sostanza e forse peggiorerà la mobilità generale in città, altri mesi relativi alla cantierizzazione e siamo alle 53 settimane di tempo che era già la previsione legata sia al primo che al secondo progetto dove addirittura con il primo progetto ci avevano venduto una fiaba a lieto fine che ci raccontava che il ponte sarebbe stato messo in sicurezza per altri cent’anni e senza chiuderlo al traffico. Ma Bergamaschi si rende conto di quanto fumo negli occhi ha elargito?”.
“Bergamaschi ci dice che un ponte provvisorio costerebbe troppo – chiosa Beretta – mentre cinque milioni per mettere in sicurezza un ponte in 53 settimane sarebbe il giusto prezzo. Si, ma solo per lui per riparare ai tanti errori messi in campo e alle tante conseguenze contradditorie che si sono succedute. Roba da fare accapponare la pelle. Lui sorride amaro e se può, come ha fatto con me a S.Bernardino, spegnerebbe il microfono a chi giustamente lo pone di fronte alle sue tante responsabilità. Che sono tante. Tantissime. Troppe perché non si renda conto che sarà difficilmente riconfermato”.