Cronaca

Tutti pazzi per Oliver, il primo
cucciolo di Eurasier a Crema

Oliver, un piccolo Eurasier, il primo a Crema

Quando zampetta in centro città, capita spesso che la gente corra fuori dai negozi per accarezzarlo: “Sembra un peluche della Trudi”, è la frase più ricorrente. Lui la maggior parte delle volte si ritrae, e chi lo conduce ripete la frase di rito: “E’ così la razza, tanto cuccioloso con i suoi familiari, tanto diffidente verso gli estranei”. Oliver, folto pelo nero focato, con un codino a ricciolo che sembra la base di una chiave di violino, ha tre mesi, è in città da 30 giorni circa, ed è un Eurasier.

Il primo che arriva a Crema, stando alle statistiche dell’Eurasier Club Italia (ECI), l’associazione di esperti ed appassionati che tutela la razza. Non la conosce quasi nessuno: nasce in Germania negli anni Sessanta, per esaltare le migliori caratteristiche del Samoiedo, dello Spitz e del Chow Chow, e oggi è molto diffusa in Francia. Pochissimo in Italia.

L’ECI ha un disciplinare ferreo: niente allevamenti professionali, le cucciolate avvengono in famiglia, dopo una rigida selezione degli esemplari. Non solo: gli aspiranti proprietari, per vedersi assegnato il cucciolo, devono superare un test attitudinale, e impegnarsi nero su bianco, sottoscrivendo un regolare contratto, a non tenere il cagnolino lontano dalla famiglia per tempi prolungati. Vacanze comprese.

Di contro, i piccoli Eurasier sviluppano un rapporto viscerale con i loro umani, passando immobili intere ore sui loro piedi. O sentendosi persi se anche un solo membro della famiglia si allontana per un po’, prima che siano educati a capire che quella persona torna. Oliver ha un profilo Instagram (olivertheeurasier), che in pochi giorni conta già decine di followers.

Viene dalla Valtellina, dove sta mamma Alaska, ma il papà Xanthos è svizzero: una ventata di internazionalità che lo rende curioso e testardo. Curioso come quando si infila in ogni anfratto, dentro e fuori casa, per scoprire il nuovo mondo che lo accoglie. Testardo, come quando si blocca in mezzo alla strada, e con uno sguardo sembra dire alla sua mamma umana “Prendimi in braccio, se vuoi andare avanti!”. Lei gli dice “finchè posso lo faccio”, in un misto di tenera irritazione e amorevole compiacimento, rendendo edotti i curiosi passanti del fatto che meno di un anno e quella tenera bestiola diventerà un cagnolotto di trenta chili circa. Il suo percorso preferito in città? Tra via Borgo San Pietro, Cavour e Matteotti. Gli orari delle zampettate sono top secret. Come quelli di qualsiasi star.

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