A Santa Maria Maddalena incontro
sulla storia cremasca

Sabato 21 giugno 2025 presso l’ex Auditorium Cavalli, ex chiesa dedicata a Santa Maria Maddalena, si è svolto l’ evento che ha ripercorso oltre 500 anni di storia cremasca, intorno alla vicenda del “femminicidio” di Caterina degli Uberti, all’apparizione della Vergine Maria ed a quanto ha portato alla costruzione del Sacro Tempio Mariano.
Padre Arnold, parroco della Basilica di Santa Maria della Croce, ha incaricato I signori Maria Grazia Pavesi e Sebastiano Guerini quali relatori, a relazionare il percorso che portó al martirio di Caterina degli Uberti.
Con delicatezza e innanzi ad un pubblico silente e attento, i relatori hanno descritto quanto è avvenuto durante la piovosa notte di 535 anni fa nel Bosco del Novelletto che avvolgeva la località dei Saletti di Crema, in cui le uniche povere case presenti erano abitate dalle famiglie Samanni e Mongia.
Sebastiano ha ricordato che la Vergine Maria, nella notte del 3 aprile 1490, ha camminato fianco a fianco di Caterina, dopo che quest’ultima era stata colpita dal marito con 14 coltellate. La pia Caterina aveva invocato l’aiuto della Madre di Cristo, che si materializzò accanto a lei, confortandola ed accompagnandola sino alla dimora dei Samanni.
In seguito, Sebastiano ha ripercorso quanto avvenuto nel fluire dei secoli, a partire dalla posa della prima pietra della Basilica (eseguita in data 6 agosto 1490), sino ai giorni nostri.
Successivamente Luigi Dossena ha proposto, con documenti ed immagini, una nuova tesi sull’architetto che concepì il Tempio Mariano, individuando nell’incisore Bartolomeo Sperandio Savelli l’autore di questa opera; l’incisore, infatti, venne chiamato nel 1466 presso la famosa Zecca di Milano dalla duchessa Bianca Maria Visconti che gli commissionò la medaglia commemorativa del suo sposo, il Duca di Milano Francesco Sforza I.
Nel 1490 il potere spirituale, incarnato nel Vescovo e Cardinale di Cremona Ascanio Maria Sforza (sesto figlio di Francesco Sforza I) e il potere temporale, rappresentato dal Podestà veneto di Crema Nicolò de’ Priuli, decisero la costruzione di un Oratorio a seguito dei numerosi miracoli (ben 40) avvenuti in quell’ area e chiamarono il lodigiano Giovanni Battaggio con cui stipularono un contratto: era il 15 luglio 1490. Versarono quindi un acconto di 100 ducati imperiali per l’inizio dei lavori.
Il tutto fu certificato dal Notaio Matteo Bravo di Crema. Il giorno successivo, 16 luglio 1490, sempre a firma del medesimo Notaio, lo stesso Giovanni Battaggio fu incaricato, dietro versamento di 2 Lire Imperiali, di recarsi a Milano presso la Corte Sforzesca per prelevare il modello ligneo della Basilica e portarlo a Crema. E ció avvenne.
Osservando il recto della medaglia incisa nel 1466 da Bartolomeo Sperandio Savelli, e da lui firmata “Opus Sperandei”, si possono notare le linee familiari della palingenesi della protobasilica/santuario di Crema.
Di seguito, Luigi Dossena, confortato da documenti ed immagini, ha aperto un dibattito, sostenendo quindi che Battaggio non fu l’architetto che concepì l’opera, ma soltanto l’esecutore materiale della stessa.
Inoltre, se l’ incisione avvenne nel 1466, nemmeno l’ipotesi della contaminazione bramantesca è sostenibile. Infatti, Vasari scrive che Donato Bramante giunse in Lombardia solo nel 1472, quando non era ancora un architetto; inoltre, come documentato dell’Enciclopedia Treccani, la sua presenza in terra orobica venne certificata solo nel 1477. Una seconda ipotesi di “contaminazione” riguarda Leonardo da Vinci; anche il genio toscano, però, giunse a Milano solo nel 1483.
Luigi Dossena ha anche rammentato che la prima pietra della Basilica fu collocata dal Vicario del Vescovo di Cremona, Giovanni Antonio Terni, il 6 agosto 1490. Per onorare la memoria del padre, riprendendo le linee architettoniche incise nel 1466 sul recto della medaglia commemorativa, il Vescovo pretese che su quella pietra fosse inciso il proprio nome,
I racconti ed i commenti storici sono stati intervallati dalle musiche rinascimentali del Maestro Claudio Demicheli, eseguite con una perfezione da manuale su riproduzioni di strumenti medioevali, oltre che dalla purissima voce del soprano Daniela Zillioli.
Inoltre è stato dato risalto all’esposizione postuma dello opere del Maestro Wladimiro Sacchi, che fino al 24 giugno 2025 rimarranno in mostra presso la ex chiesa di Santa Maria Maddalena.