Donne Democratiche, Stefania Bonaldi:
"Certificazione della parità di genere"

“Meeting di Primavera”, questo è il nome dell’incontro a Spazio Comune a Cremona dell’Assemblea della Conferenza Provinciale delle Donne Democratiche. Non si è parlato certo di fiori e di bella stagione, ma del diritto di contare delle politiche di genere per la sfida femminista democratica. Una mattinata di riflessioni sull’occupazione femminile e la parità di genere, in una giornata particolare, quella della Festa della Mamma.
“È molto importante che un’infrastruttura femminista come la Conferenza delle Donne Democratiche sia impegnata su questi temi, ha detto Roberta Mori, Portavoce Conferenza nazionale Donne Democratiche, ringrazio molto la Conferenza delle Donne Democratiche di Cremona. Bisogna sottolineare il fatto che ancora questo non è un paese per donne: le madri che hanno il primo figlio in grandissima parte devono abbandonare il lavoro, spesso sono discriminate per la loro maternità e questo ovviamente è un ostacolo non soltanto per la realizzazione personale delle donne, ma proprio un ostacolo per lo sviluppo del paese. Ecco perché è molto importante promuovere politiche di genere di parità con azioni assolutamente concrete, che devono partire dallo Stato”.
Focus anche sui diritti delle donne, in particolare sulla certificazione della parità di genere, una Certificazione” ha detto Stefania Bonaldi, Segreteria Nazionale Partito Democratico, “che possono fare tutte le aziende, le società, dalle piccole piccolissime società alle invece grandi imprese, per attestare di garantire i diritti anche di genere anche in azienda. Significa equità, parità salariale, significa parità nelle progressioni di carriera, significa attenzione alla gestione, alla conciliazione vita-lavoro, quindi flessibilità, quindi congedi paritari, rivolti alle donne, rivolti agli uomini, quindi un’attenzione a 360 gradi perché si consolidi una cultura che in tante imprese c’è già, ma necessita di essere accompagnata, codificata, formalizzata”.
Si è parlato anche della condizione delle madri detenute con Diana De Marchi, Portavoce Conferenza regionale Donne Democratiche Lombardia: “in questo decreto sicurezza che purtroppo è stato approvato senza neanche discuterlo, c’è una condizione per le donne madri detenute che è di un repressivo violento, sessista e discriminatorio perché si è deciso, cosa che non succedeva più dal codice Rocco, di dare la discrezionalità ai giudici per scegliere se le madri incinte o con figli minori di un anno possono o meno restare in carcere.
Una decisione che è contro le convenzioni dell’ONU, la convenzione del fanciullo, tutto quello che noi sappiamo rispetto alla tutela dei minori e delle minori che deve essere prioritaria. Quindi la giornata è molto ricca di temi, di dibattiti, ma anche di contrasto a ciò che sta avvenendo”.
Eleonora Busi