Chiesa

L'augurio pasquale del Vescovo:
"Uniti contro chi vuole dividere"

In occasione della settimana di Pasqua, il Vescovo di Crema Mons. Daniele Gianotti ha voluto augurare alla comunità cremasca il suo augurio per queste festività, basandos sull’unità di intenti, da contrapporre a chi vuole dividere per poi dominare, un chiaro riferimento alla situazione geopolitica attuale.

Divide et impera – “crea divisione e potrai regnare”, potremmo parafrasare – l’antico motto latino utilizzato in vari modi sia nelle forme di governo autoritarie – si legge nel messaggio – sia in quelle democratiche, sembra oggi tornato molto di moda, favorito dall’individualismo crescente, alimentato dalla conflittualità che trova nelle nostre tecnologie un eccellente supporto, sostenuto dall’indubbia difficoltà a orientarsi in un mondo e un’epoca in rapida e incerta trasformazione”.

Il vescovo ha poi citato la lettera di Paolo agli Efesini, parlando di Gesù come segno di pace, che ha tolto i muri di divisione: “I cristiani guardano a Gesù Cristo, morto e risorto, e lo riconoscono come la “nostra pace”: come colui che, salito sulla croce, ha tolto di mezzo i muri di divisione, le reciproche esclusioni e anatemi, e ha condotto coloro che erano divisi a essere “uno”, una creatura nuova, riconciliata con Dio e con gli altri, nel superamento dell’inimicizia e della discordia”.

“Tutto questo, però – è sempre Paolo che lo ricorda – avviene sulla croce e per mezzo della croce, sulla quale Gesù è stato inchiodato: come a dire che questa pace non è una passeggiata, non è un generico “vogliamoci bene”: passa attraverso il dono di una vita intera, richiede l’impegno esigente e “pericoloso” della ricerca ostinata della verità e del bene. La fede cristiana vede realizzato tutto questo nella Pasqua di Gesù crocifisso, riconosciuto vivente perché Dio, il Padre, lo ha fatto entrare nella pienezza della vita” ha concluso il concetto Mons. Gianotti.

“La Pasqua di quest’anno 2025, per grazia di Dio, vedrà tutti i cristiani, di tutte le confessioni, celebrare la Pasqua nella stessa data del 20 aprile. È un segno di unità: piccolo quanto si vuole (ma, fin dall’inizio, la novità della Pasqua non si è presentata con segni clamorosi, tutt’altro…), ma che può essere promettente”.

Infine, il Vescovo ha espresso dunque il suo personale augurio: “Ci sarà sempre chi proverà a dividere, a separare, a mettere in conflitto persone, situazioni, popoli, per poterli meglio condizionare e dominare. Chi guarda a Gesù Cristo, morto e risorto, “nostra pace e riconciliazione”, celebrando la Pasqua non può che andare incontro a tutti, e tutti chiamare “fratello, sorella”, intessendo legami e perseguendo ostinatamente concordia e fiducia. Mi auguro che in questa Pasqua siano in tanti, credenti o no, a respingere la strategia della discordia, del conflitto, e a seminare riconciliazione, fraternità, speranza vera”.

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