Pastorale Sociale e del Lavoro:
‘Costituzione e Partecipazione’
Promosso dalla Commissione diocesana per la Pastorale sociale e del lavoro presieduta da Angelo Marazzi, dalla Pastorale giovanile e degli Oratori e dalla Caritas, in continuità con il corso di formazione per aspiranti amministratori organizzato nei mesi scorsi in vista delle elezioni amministrative, secondo incontro venerdì 5 aprile della Piccola officina politica.
Una proposta che nelle intenzioni degli organizzatori vuole offrire spazi di ascolto e dialogo, superando logiche di appartenenza partitica, al fine di favorire la partecipazione dei cittadini ai processi democratici, in un momento storico caratterizzato da disaffezione alla politica e percentuali di astensionismo mai registrate prima.
E proprio di partecipazione si è parlato venerdì nella relazione di Filippo Pizzolato, docente di Istituzioni di Diritto Pubblico presso l’Università degli Studi di Padova, il cui intervento ha avuto proprio come titolo, Dalla Costituzione alla Partecipazione.
La serata introdotta da Don Giancarlo Camastra, coordinatore del Centro Diocesano di Spiritualità ha visto i saluti del Vescovo Daniele Gianotti, recentemente impegnato fuori città per il Pellegrinaggio Diocesano in occasione del Giubileo 2025.
Il Vescovo ringraziando per l’iniziativa la Pastorale del lavoro, ha evidenziato l’importanza e la necessità di insistere su questi temi, vista la situazione contingente: “Cominciamo dal piccolo per contribuire a promuovere sensibilità, partecipazione, approfondimento per la difesa della democrazia” ha detto Mons. Gianotti.
Nelle parole di Angelo Marazzi la motivazione della scelta del relatore, applauditissimo lo scorso luglio a Trieste, in occasione del suo intervento alla Cinquantesima Settima sociale dei Cattolici in Italia. Di tema antico ha parlato il prof. Pizzolato ricordando la scarsa attivazione dei principi costituzionali rispetto alla partecipazione, che resta un antidoto allo scollamento tra classe politica e cittadini, così come evidenziato dal fenomeno sempre più crescente dell’astensionismo.
La Costituzione non si fonda sull’investitura della classe politica in quanto delegata dai cittadini, ha precisato il docente universitario, perché centrale nell’architettura costituzionale è il lavoro, anche in continuità con la concezione legata alla dottrina sociale della Chiesa, quale contributo dei cittadini all’edificazione della società.
Al centro del disegno costituzionale dunque non semplicemente la partecipazione dei cittadini attraverso il voto, ma la partecipazione quotidiana attraverso il lavoro, per una costruzione condivisa nella convivenza, attraverso lavoro, professioni, società.
Le forme della partecipazione sono molteplici, non solo riconducibili alla sfera istituzionale del voto, ma nel modo di agire dei cittadini, nella politica nell’economia e nella società, ricorda il prof. Pizzolato, che al termine del suo intervento sollecita la partecipazione dei presenti attraverso domande e riflessioni. Il lavoro nel ragionamento del prof. Pizzolato è “emblema della libertà, ma di una libertà ricevuta, che si impegna nella restituzione”: libertà, che quindi diventa corresponsabilità.
Proseguendo nella citazione degli articoli che trattano di partecipazione, il prof. Pizzolato ne ricorda qualcuno: la promozione delle autonomie di cui all’articolo 5, laddove il compito delle istituzioni è proprio quello di incoraggiare la partecipazione dei cittadini. Soggetti principali di questo disegno, i partiti politici, originariamente formazioni sociali capaci di proiettare i cittadini nella sfera istituzionale, incoraggiandone la partecipazione: elemento però che sempre più spesso è venuto invece a mancare.
Il prof. Pizzolato quale significativo momento di rottura, indica l’assassinio del presidente Moro, sebbene da più parti si fa coincidere con la crisi dei partiti seguita a tangentopoli nei primi anni novanta, che ha prodotto l’individuazione nel comune sentire dei partiti politici quale coacervo di tutti i mali, e la creazione di partiti legati più alla figura del leader, che ad un preciso progetto politico, ideologico, valoriale di riferimento.
Ed allora, ciò che servirebbe a invertire la tendenza per il docente è la democratizzazione dei partiti, non più protesi dei loro capi e, accanto a questo, un maggiore investimento nelle istituzioni locali, perché il livello locale e territoriale è fondamentale: “Il cittadino bussa alla porta di chi amministra e chi amministra deve fare i conti con la partecipazione”, commenta.
Prossimi appuntamenti con gli incontri della Piccola officina politica, sempre presso il Centro di Spiritualità di via Medaglie d’Oro: martedì 15 aprile con Paola Barcella, che tratterà di Populismi e democrazia: le sfide della politica di oggi e martedì 22 aprile, anticipando per motivi organizzativi la data originariamente prevista con Michele Linfozzi, che parlerà della Storia della repubblica italiana documenti alla mano.
Ilario Grazioso