Intermeeting Lions:
autismo e musicoterapia
Un’occasione per approfondire l’universo autismo e il potenziale che ha la musicoterapia nel condurre le persone con autismo verso nuove sfide e nuovi traguardi. Questo il focus dell’intermeeting Lions che si è svolto nei giorni scorsi presso la Casa del Pellegrino di viale Santa Maria, protagonista essa stessa di un innovativo progetto che mette al centro il non sentirsi più soli, e del quale avevamo scritto su queste pagine un po’ di tempo fa.
“Da 7 anni il mai più soli rappresenta una chiamata per passare dall’io al noi”, ha detto Davide Balestracci, presidente dell’associazione Casa del Pellegrino. Alla serata hanno partecipato presidenti e soci di tre club del territorio, Lions Club Crema Duomo Oltre le Mura, Lions Castelleone e Lions Pandino Gera d’Adda Viscontea, oltre ai rappresentanti distrettuali, tra cui Arrigo Fusar Bassini, officers distrettuale service annuale autismo, che ha ricordato l’impegno del Lions International nel service nazionale “Autismo e inclusione, nessuno escluso”.
A introdurre la serata Riccardo Murabito, presidente del Lions Crema Duomo oltre le Mura, che ha specificato la motivazione che ha spinto all’organizzazione della serata “Autismo e Musica”, nella ricorrenza della Giornata Mondiale per la consapevolezza sull’autismo: “Qui compare la scritta Mai più da soli, che è anche un invito a non estraniarci, noi sposiamo questo motto – ha detto Murabito – per stare sempre insieme a chi vive una condizione di disagio”.
Presente anche l’assessora al welfare Anastasie Musumary che portando i saluti dell’amministrazione comunale, ha ricordato come “le occasioni di sensibilizzazione sono importanti e continueranno, per contribuire a creare una comunità coesa e creare consapevolezza e conoscenza”.
Poi l’assessora Musumary ricordando le circa 300 certificazioni in età scolastica presenti attualmente sul territorio, ha evidenziato: “C’è un aumento delle certificazioni che conferma l’esistenza del problema, per questo occorre investire sulla presa in carico, le istituzioni ci possono essere fino a un certo punto – ha concluso l’assessora – ma esiste anche un altro tema che è rappresentato dalle risorse disponibili”.
La serata nella parte centrale ha visto la relazione della musicoterapeuta Paola Beltrami e la testimonianza di Nicoletta Spoldi, mamma di un ragazzo con autismo che segue i laboratori di musicoterapia da anni. Paola Beltrami dopo il diploma in arpa al Conservatorio di Genova, diventata musicoterapeuta ad Assisi e nel 1998 contribuisce alla nascita della FIM (Federazione Italiana Musicoterapeuti), ottenendo nel 2015 la certificazione UNI 11592, attestato che verifica le conoscenze, le abilità e le competenze di un professionista delle arti terapie.
Dopo gli anni di lavoro nel milanese e le collaborazioni con il Policlinico di Milano, l’Istituto Neurologico “Carlo Besta”, la Fondazione “Don C. Gnocchi”, da 25 anni svolge l’attività di musicoterapia a Ripalta Cremasca presso il laboratorio dell’Associazione Diversabilità, oltre che la libera professione, con progetti di educazione musicale negli asili nido e nelle scuole.
Ricca anche la sua produzione scritta, sia libri, che articoli per riviste specializzate. La relatrice presentando alcune slide sintetizza la sua attività professionale: oltre 200 utenti, dei quali 128 che frequentano attività di musicoterapia in età evolutiva, 57 con autismo. Attualmente 32 le persone, tra bambini e giovani, che frequentano le attività che propone, provenienti da Crema e dai paesi limitrofi, di questi 16 con sindrome dello spettro autistico.
Nel racconto della relatrice anche un approfondimento sull’età in ingresso in musicoterapia, che cresce tra i 2 e i 5 anni, per poi decrescere considerevolmente oltre i 10 anni di età. “La musicoterapia umanistica è arte della comunicazione, la coglie mentre la vivi e noti nel dettaglio quel passaggio, quel nulla apparente che, trasformato diventa istante eterno” spiega Paola Beltrami, facendo vedere alcuni momenti di vita quotidiana con i suoi utenti, tra suoni, sensazioni ed emozioni.
Nella sua relazione Paola Beltrami cita i criteri contenuti nel DSM V, il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, che definiscono i disturbi dello spettro autistico come “deficit persistenti della comunicazione sociale e dell’interazione sociale” e come un’insieme di azioni o comportamenti, che si ripetono in modo prevedibile in determinate situazioni, o in risposta a specifici stimoli.
“Dal nulla che si vede, dare valore attraverso l’improvvisazione musicale, questa è la musicoterapia” ha detto Paola Beltrami ricordando come attraverso di essa i bambini si aprono al dialogo, all’espressioni di sé e alla comunicazione. Le stereotipie così diminuiscono, e la persona trova giovamento attraverso i giochi musicali, sia per la coordinazione dei movimenti, che per i processi esecutivi, e il controllo dell’attenzione. In altri termini, grazie alla musicoterapia, la patologia lascia il posto alla persona e la bellezza del dialogo sonoro rigenera, rianimando i cuori.
Ilario Grazioso