Cronaca

Cyberbullismo, a Bagnolo Cremasco
l’incontro con Paolo Picchio

L'incontro nella scuola secondaria di primo grado di Bagnolo Cremasco

“Le parole fanno più male delle botte. Ciò che è accaduto a me non deve succedere più a nessuno”. È l’ultimo messaggio scritto da Carolina prima di togliersi la vita, dopo essere stata vittima di cyberbullismo all’età di 16 anni.

Il padre Paolo Picchio ha raccolto come monito per il futuro quel messaggio d’addio della figlia e ha dato vita ad una Fondazione che ha l’obiettivo di rendere consapevoli i minori sui rischi dell’uso dei dispositivi digitali. Grazie all’impegno della Fondazione, Carolina è stata riconosciuta come la prima vittima di cyberbullismo in Italia. Paolo Picchio gira per le scuole di tutto il paese e ha incontrato gli alunni della scuola media di Bagnolo Cremasco per offrire la sua testimonianza.

“Carolina è stata la prima vittima acclarata di cyberbullismo – spiega Paolo Picchio – Nel 2013 Carolina era stata fatta ubriacare, molestata sessualmente e ripresa in un video. Nel momento in cui questo video è andato in rete, Carolina è stata talmente devastata e perforata che ha deciso di togliersi la vita. Però, prima di fare quel gesto, ha voluto scrivere una lettera, in cui spiega le motivazioni che l’hanno portata a fare quel gesto. E in particolare la frase ‘Le parole fanno più male delle botte’”.

Un incontro, quello con la Fondazione Carolina Onlus, organizzato dalla scuola secondaria di primo grado di Bagnolo Cremasco, in collaborazione con l’Amministrazione.

“Noi come istituto cerchiamo di sensibilizzare i ragazzi visto che continuamente sono esposti in un mondo globale a rischi legati a social, web, siti protetti o non protetti, per sensibilizzare i ragazzi e anche le famiglie”, conclude Domenico Mulè, docente della Scuola media di Bagnolo Cremasco e referente sul Cyberbullismo.

Il servizio di Sabrina Grilli

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