Cronaca

Bonaldi ricorda il Covid a Crema:
"Una sofferenza vissuta con onore"

A distanza di cinque anni dall’inizio della pandemia Covid, che fermò il mondo per due anni, Stefania Bonaldi, ex sindaco di Crema, ha voluto ricordare quei primi momenti che hanno segnato la storia mondiale e, nel piccolo, cremasca.

“Ragazzi, in ospedale stanno arrivando un sacco di malati dal Lodigiano, per me sono tutti casi di Covid-19. Stefi, senti la direzione sanitaria, bisogna fare qualcosa, subito – si legge nel post di Bonaldi – Con questo vocale di Attilio Galmozzi, allora assessore e medico presso il P.S., nella mattina di venerdì 21 febbraio 2020 facevamo ufficialmente ingresso in due anni incredibili che ci hanno scavato nel profondo, settecento giorni che hanno cambiato in modo irreversibile la percezione della vita, delle priorità, del mondo che ci circonda”.

Allora sindaca di Crema, Bonaldi ha ricordato con onore e privilegio la fatica e sofferenza di vivere quella situazione da prima cittadina di Crema.

“Ho sofferto con la mia comunità, come ogni altro ho avuto paura – confessa Bonaldi – ho provato smarrimento, ho contato i malati e pianto i morti, come mai, mai mi sarei immaginata potesse accadere, ho invocato l’attenzione degli enti superiori quando il virus ci prendeva d’assalto e altrove si pensava fosse poco più di un’influenza, ho chiesto aiuto quando l’ospedale di Crema − dopo la resistenza eroica a un vero e proprio assedio, dovremmo ricordarlo ogni giorno, ancora oggi − mostrava di essere al collasso”.

“Ancora oggi non riesco a pensare a quei giorni, a quelle settimane, a quei mesi, senza piangere, senza sentire ancora, nella carne un dolore vivo, profondo, infinito, ricordando i nostri morti senza funerale, la paura, il senso di impotenza, l’angoscia che ci attanagliavano il cuore”.

Il post social si conclude con la gratificazione della solidarietà della comunità cremasca: “Quanta sofferenza, la nostra comunità, che in tutto quel dolore ha saputo però trovare in sé anticorpi di solidarietà, di fratellanza, di umanità, e aggrapparsi, in quella inimmaginabile, drammatica via crucis, a risposte di aiuto e di conforto inattese e sorprendenti, che ci hanno toccato il cuore”.

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