“I capelli coprivano la luna”
l’arte di Matteo Gubellini

Parole e illustrazioni, la sintesi dell’ultima fatica di Matteo Gubellini, poliedrico artista bergamasco d’origine, ma cremasco d’adozione, che ieri in sala Bottesini ha parlato delle sue opere e della sua attività, assieme al presidente della Fondazione San Domenico, Guido Giordana.
In particolare, Gubellini ha parlato del suo settimo libro dal titolo “I capelli coprivano la luna” pubblicato da Scomodincanti, una “finta” casa editrice, nata cinque anni fa, parallelamente al percorso di pubblicazione con le case editrici ufficiali, dice l’artista, che ne spiega anche l’origine del nome, volto a richiamarne l’intento:
“Il nome si accompagna anche al logo di cui è complementare e vuole sottolineare la difficoltà e l’avventura che io cerco di perseguire attraverso le autoproduzioni, quindi la scomodità di intraprendere un percorso di questo tipo lontano dalle situazioni ufficiali, ma anche la bellezza di poterlo fare in assoluta libertà”.
Il libro raccoglie le illustrazioni realizzate dall’autore con la tecnica dei pastelli a olio, i cui originali sono esposti fino a domani proprio in sala Bottesini, dove la mostra è visitabile ad ingresso libero, sia questo pomeriggio che nella giornata di domani, domenica 16 febbraio, dalle 10 alle 12 e dalle 15,30 alle 18,30.
Illustrazioni che completano le parole, a formare un racconto d’amore, nonostante le tonalità scure delle tavole potrebbero indurre a qualcos’altro.
Un racconto d’amore curiosamente presentato proprio nel giorno dedicato al santo di Terni, icona degli innamorati: “Sì, è una storia d’amore presentata il 14 febbraio, ma in realtà non era prevista e non è stata cercata questa concomitanza – aggiunge sorridendo l’autore – è una storia di amore che rientra in un progetto che mi permette di sperimentare diversi stili e diverse tecniche narrative, perché io sono innanzitutto un illustratore e poi un autore, ma scrittura e disegno mi accompagnano da sempre nella mia vita intrecciandosi, come anche la musica, senza mai tralasciare una forma espressiva rispetto all’altra.
Interessato ai diversi linguaggi artistici il neo presidente Giordana, che ormai ha avviato a pieno regime la macchina della programmazione della Fondazione San Domenico, secondo quanto già dichiarato fin dal suo insediamento.
In settimana nuova riunione del CdA e presto le prime concretizzazioni secondo le direttrici tracciate nel suo programma, che si vuole caratterizzare per un rinnovamento senza per questo perdere di vista la tradizione: dal teatro al Folcioni, dalla programmazione della nuova stagione, alle novità organizzative nella didattica del civico Istituto Musicale, ma anche negli ambienti nelle collaborazioni, a cominciare da una nuova collaborazione con un’università.
Ilario Grazioso