30 anni di Libera: ospite
Andrea Giambartolomei

“Un capo ultras può arrivare a guadagnare anche 80 mila euro al mese, se non 30 o 20 mila euro al mese. Girano tanti soldi ed è per questo che le mafie del nord hanno iniziato ad occuparsi delle tre curve principali calcistiche”. È quanto ha raccontato Andrea Giambartolomei, redattore de La Via Libera, che in occasione dei 30 anni dell’Associazione è stato invitato a Crema per le sue inchieste che hanno affrontato il tema dell’infiltrazione mafiosa negli stadi e in particolare tra gli Ultras.
“È una ricerca che è nata a Torino, dove abito, più o meno intorno al 2015-2016, quando alcune indagini giudiziarie hanno fatto emergere il ruolo di capi ultras all’interno di traffici di stupefacenti prima e altre vicende. Poi un’indagine ha fatto scoprire come proprio un gruppo ultras fosse stato composto dal figlio di un boss della ‘ndrangheta. Il processo poi l’ho seguito e ha rivelato altro”, spiega Giambartolomei.
Nelle sue inchieste ha notato come il modus operandi fosse lo stesso nelle curve degli stadi in cui si è infiltrata la criminalità organizzata: bagarinaggio, acquisto-vendita di biglietti a prezzi maggiorati, estorsioni su attività quali la vendita di bibite o merchandising dentro e fuori dagli stadi e uso della forza per dirimere alcune controversie. Proprio per creare una cultura della legalità e sensibilizzare su questi temi il Presidio di Libera Cremasco in occasione dei 30 anni dell’Associazione ha organizzato una serie di iniziative.
“C’è proprio la necessità anche nel nostro territorio di dare delle evidenze chiare su quello che è il fenomeno mafioso anche nelle nostre realtà. Il 31 avremo poi la scena della legalità alla Casa del Pellegrino in cui avremo la possibilità di ascoltare la storia di Lorenzo Sanua, che è il figlio di Pietro Sanua, ucciso dalla mafia mentre faceva il suo lavoro. Era un sindacalista ma lavorava proprio nel Milanese e fu ucciso dalle mafie proprio perché andava contro le forme di illegalità”, conclude Michele Gennuso, referente del Presidio di Libera Cremasco.
Sabrina Grilli