Luce e speranza nelle carceri,
il vescovo presiede la funzione
Un lampada per portare luce e illuminare chi vive nelle tenebre. È la lampada della speranza che, nell’anno giubilare, hanno ricevuto i delegati regionali dei cappellani delle carceri lombarde.
Gli operatori pastorali, ma anche gli agenti penitenziari, si sono dati appuntamento domenica scorsa a Caravaggio per una celebrazione penitenziale presieduta dal vescovo di Crema, Daniele Gianotti, delegato Cei per le carceri e la carità.
Sono 19 gli istituì penitenziari della Lombardia, compreso il carcere minorile, che accolgono in totale 8.961 detenuti con u sovraffollamento del 146%.
Il mandato che hanno ricevuto i cappellani delle carceri lombarde è proprio quello di ridare dignità attenzione e speranza ad un mondo, che la società rifiuta ed emargina cedendo al pregiudizio che porta a ritenere che i cattivi siano quelli dentro le carceri e i buoni quelli fuori.
Crema è l’ unica diocesi che non ospita un carcere in Lombardia, ed è anche per questo che il vescovo Daniele è stato scelto come referente di collegamento. Tra i suoi proposti anche quello di organizzare, in quest’anno giubilare, dei pellegrinaggi di speranza nelle carceri dove i detenuti non siano solo i destinatari, ma, a loro volta, siano portatori di speranza anche per chi vive fuori, in uno scambio reciproco di fiducia.