Economia

47a analisi congiunturale sulla
Cosmetica: andamento positivo

Il Centro Studi di Cosmetica Italia ha presentato oggi, a Palazzo Giureconsulti, nel contesto di Milano Beauty Week, la 47ª edizione dell’Indagine congiunturale, un appuntamento che con cadenza semestrale permette di scattare un’istantanea sull’andamento del settore ed evidenziare le principali tendenze in atto.

«L’andamento congiunturale conferma un trend positivo anche per il 2024: lo scenario di riferimento è caratterizzato da nuovi equilibri, che portano con sé minacce e opportunità a cui l’industria italiana è preparata, come evidenziato dai valori di fatturato e di mercato. A tale riguardo non è trascurabile l’impatto dell’export cosmetico italiano sui valori di fatturato» ha commentato Benedetto Lavino, presidente di Cosmetica Italia.

«Il fatturato totale dell’industria cosmetica in Italia esprime al meglio la tradizionale reattività ai nuovi scenari: nelle stime 2024 supererà i 16,7 miliardi di euro con una crescita del 10,5% rispetto all’anno precedente. Le previsioni per il 2025 proiettano un ulteriore andamento positivo (+8%) che porterà il valore del fatturato a 18,1 miliardi di euro. A incidere su questi numeri impatteranno anche le esportazioni che, con 8,1 miliardi di euro (+15% rispetto al 2023), si stima cresceranno di ulteriori 10,5 punti percentuali nel corso del 2025».

Analizzando i valori del mercato interno, anche le stime di chiusura 2024 relative ai consumi cosmetici degli italiani sono in crescita (+7% nel confronto col 2023), raggiungendo il valore di 13,4 miliardi di euro. La proiezione per il 2025 è ulteriormente contraddistinta da un incremento, +6,1%, portando così la previsione dei consumi 2025 a un valore di 14,2 miliardi di euro.

Il dettaglio sull’andamento dei singoli canali distributivi, sia nelle stime 2024 sia nelle previsioni 2025, mostra trend altrettanto positivi, anche a doppia cifra. È il caso della profumeria che chiuderà il 2024 con un +10,2% e consumi pari a 2,8 miliardi di euro. Andamento analogo per l’e-commerce, +10,7%, che tocca così un valore di 1,2 miliardi di euro. Buona anche la crescita dell’erboristeria, +7,4%, per un valore del canale stimato di oltre 420 milioni di euro.

La grande distribuzione con 5,5 miliardi di consumi cosmetici resta il canale più rappresentativo a valore con un incremento del 5,3% rispetto al 2023. Dopo la seconda posizione della profumeria, la farmacia mantiene il terzo posto e chiuderà il 2024 in crescita del 7,2% e un valore di 2,2 miliardi di euro.

Buoni anche i trend dei canali professionali: i saloni di acconciatura con quasi 620 milioni di euro chiuderanno il 2024 a +5%, mentre i centri estetici, secondo le stime 2024, registreranno un valore prossimo ai 220 milioni di euro per i consumi cosmetici con una crescita del 6,1% nel confronto col 2023. Segno positivo anche per le vendite dirette che, seppur in misura inferiore ad altri canali, segnano un incremento sul 2023 dello 0,9% e supereranno i 350 milioni di euro. L’Indagine congiunturale, oltre ai canonici punti di analisi che inquadrano fatturato e consumi, propone di volta in volta anche un focus tematico specifico.

«Mai come in questi ultimi anni il valore delle risorse umane, le loro competenze e la loro qualificazione si integrano perfettamente con i nuovi fenomeni di scenario. Evoluzione digitale, innovazione e sostenibilità sono temi sempre più presidiati dalle imprese, che non possono più fare a meno di figure specifiche e qualificate» ha commentato Gian Andrea Positano, responsabile Centro Studi di Cosmetica Italia.

«La Divisione Fashion & Luxury di Gi Group, in partnership con Intribe, ha condotto un’indagine rivolta agli addetti del mondo beauty, per comprendere le leve motivazionali che guidano le risorse nella ricerca di occupazione e nelle scelte di carriera. Dalla survey emerge con chiarezza che la maggior parte dei profili intervistati ha interesse per percorsi di crescita interna supportati da formazione continua. Nel retail la possibilità di sviluppare competenze è infatti un fattore chiave per il 40% dei profili che si dicono entusiasti di lavorare nell’ambito cosmetico e uno dei più apprezzati dal 40,7% dei giovani che vorrebbero lavorare nel settore. La formazione è anche un fattore chiave di soddisfazione per il 28,4% dei profili operanti nella filiera produttiva del beauty. I cluster intervistati confermano inoltre grande attenzione su temi sensibili quali quelli del benessere, welfare aziendale e del bilanciamento vita-lavoro» ha spiegato Marina Grisolia, Senior Manager, Divisione Fashion & Luxury di Gi Group.

«Il capitale umano si conferma una leva determinante per la competitività delle imprese della cosmetica. È questa in estrema sintesi l’evidenza che emerge dalle anticipazioni dell’analisi dei bilanci aziendali al 2023. Le imprese di produzione della cosmetica, grazie alla presenza di forza lavoro altamente qualificata, mostrano livelli di produttività più elevati rispetto al manifatturiero italiano. Ciò contribuisce, almeno in parte, a spiegare la loro più alta marginalità unitaria. In prospettiva sarà cruciale saper introdurre con continuità in azienda nuove competenze, anche per affrontare con successo le sfide poste da un contesto competitivo complesso ma con opportunità di crescita. Vanno pertanto superate le criticità che le imprese affrontano nel reperire sul territorio risorse umane qualificate» commenta Giovanni Foresti della Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo.

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...